Come procede l’epidemia di coronavirus in Spagna? Dall’inizio della crisi sanitaria hanno perso la vita 26.834 persone. I decessi registrati nelle ultime 24 ore sono 50: si tratta di un dato drammatico ma certamente incoraggiante se rapportato a quello delle scorse settimane. Inoltre il bilancio dei morti è rimasto al di sotto delle cento unità per il nono giorno consecutivo. I nuovi contagi in Spagna sono 132, per un totale di 235.400 positivi. Nel frattempo, come riportato da El Pais, oggi il premier Pedro Sánchez riunirà il suo Consiglio dei ministri, per approvare la dichiarazione di 10 giorni di lutto nazionale: si tratta del periodo più lungo della recente fase democratica, in memoria delle vittime della pandemia di coronavirus. Sempre sul fronte politico, la vicepresidente del governo, Carmen Calvo, inizierà oggi il ciclo di apparizioni davanti alla Commissione per la ricostruzione creata al Congresso che cercherà di concordare una serie di proposte contro gli effetti sociali ed economici della crisi sanitaria.



CORONAVIRUS, SPAGNA CHIEDE AIUTO ALL’EUROPA

Anche la Spagna, al pari dell’Italia, ha bisogno di aiuti economici corposi da parte dell’Europa per tentare di limitare i danni del virus economico. Il ministro degli Esteri, Arancha González Laya, sulla rete SER ha dichiarato: “Continuiamo a lavorare in una direzione: responsabilità spagnola, mettendo sul tavolo proposte costruttive per generare consenso in Europa, responsabilità di come vogliamo gestire la nostra economia – e c’è la Legge di cambiamento climatico-. Ciò che ora speriamo è che la Commissione europea metterà sul tavolo una proposta responsabile al culmine della situazione in cui ci troviamo”. La ministra ha aggiunto: “Dobbiamo essere in grado di spiegare la nostra strategia, che è stata abbastanza chiara. Dal 14 marzo abbiamo una quarantena chiamata confinamento. Ciò che abbiamo fatto all’inizio di maggio, quando è iniziato il deconfinamento, è stato quello di assicurarci che la strategia della Spagna non si disgregasse con l’arrivo di casi dall’estero. È abbastanza logico e coerente. Ci incontriamo regolarmente con i ministri dell’UE. Abbiamo date diverse [rispetto all’apertura dei confini], ma vogliamo avere lo stesso approccio. Vogliamo assicurarci che esista una definizione europea di cosa sia un paese sicuro”.

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