L’infettivologo Matteo Bassetti, intervenuto nella puntata di oggi, martedì 9 giugno 2020, de “La Vita in Diretta”, ha risposto alla domanda del conduttore Alberto Matano in riferimento alla questione guanti e alle dichiarazioni relative all’argomento rilasciate dall’Organizzazione Mondiale della Sanità. “L’OMS ha ragione, serve il buonsenso – ha asserito l’esperto –. La plastica o la gomma con cui ci copriamo le mani rappresentano una superficie sulle quali il virus vive molto più facilmente. Purtroppo molti di noi hanno preso un grande abbaglio e oltretutto rappresentano un problema non di poco conto, poiché inquinano e sono di difficile smaltimento. È importante lavarsi bene le mani e utilizzare i gel igienizzanti che fanno ormai parte della nostra vita“. Sul numero di morti quotidiane in Italia, Bassetti ha dichiarato: “Ci portiamo un bagaglio di malati che risale ad alcuni mesi fa. Non si tratta però di nuove infezioni: occorrerà rivedere i numeri per capire se queste morti sono legate al virus”. (aggiornamento di Alessandro Nidi)
CORONAVIRUS RESTA SU SUPERFICI: RESISTE SU CELLULARI E STOFFA
Il coronavirus può resistere da 3 secondi a 2 minuti sulle superfici. La durata dipende da materiali, temperatura e umidità. È quanto emerso da uno studio condotto in sei città tra America, Asia e Australia, coordinato da Rajneesh Bhardwaj e Amit Agrawal, dell’Istituto di tecnologia di Bombay. Secondo i ricercatori, i risultati di questa ricerca potrebbero spiegare perché la diffusione del coronavirus è più lenta o rapida in una particolare città. «Questo potrebbe non essere l’unico fattore – precisano – ma sicuramente conta nel tasso di crescita dell’infenzione», spiega Rajneesh Bhardwaj. Quando le goccioline che trasportano Sars-CoV-2 evaporano, il virus residuo muore rapidamente. La sopravvivenza del coronavirus sulle superfici e la trasmissione sono quindi condizionate dal tempo in cui le goccioline restano intatte. Per questo hanno esaminato il tempo di evaporazione delle goccioline di saliva su più tipi di superfici New York, Chicago, Los Angeles, Miami, Sydney e Singapore, città che hanno temperature e livelli di umidità differenti.
CORONAVIRUS RESTA SU SUPERFICI DA 3 SECONDI A 2 MINUTI
Anche la temperatura ha un ruolo, perché se è più elevata le goccioline che trasportano il coronavirus si asciugano più rapidamente. Così cala drasticamente la possibilità di sopravvivenza del virus. Dove invece c’è maggiore umidità, le goccioline restano più a lungo sulle superfici, di conseguenza le possibilità di sopravvivenza di Sars-CoV-2 aumentano. Lo studio ha esaminato, ad esempio, il tempo di asciugatura in un ambiente interno con aria condizionata a 25 gradi e uno esterno a 40 gradi. Nel primo caso le goccioline piccole evaporano in 6 secondi, ma possono arrivare a 27 se sono di grandi dimensioni. Invece nel secondo caso il tempo di evaporazione si riduce del 50 per cento. Ma il tempo di evaporazione dipende anche dall’umidità. Può aumentare di quasi 7 volte con l’aumento dell’umidità dal 10 al 90 per cento, arrivando a oltre 2 minuti per goccioline più grandi e in condizioni di grande umidità.
CORONAVIRUS RESISTE PIÙ SU CELLULARI E STOFFA
Lo studio, pubblicato su Physics of Fluids, fornisce una risposta ad una domanda che ci siamo posti dall’inizio dell’epidemia di Covid-19. Per quanto tempo il coronavirus sopravvive sulle superfici dopo un colpo di tosse o uno starnuto? Ora abbiamo importanti indicazioni. Abbiamo parlato di temperatura e umidità, ma conta anche il tipo di superficie. Quelle come schermi per smartphone, cotone e legno dovrebbero essere pulite più spesso rispetto alle superfici in vetro e acciaio, perché su queste ultime le goccioline evaporano più rapidamente. «Comprendere la sopravvivenza del virus in una gocciolina potrebbe essere utile anche per altre malattie trasmissibili che si diffondono attraverso le goccioline respiratorie, come l’influenza», dichiara Amit Agrawal.