Alla fine la Svezia ce l’ha fatta, ha appiattito la curva epidemiologica del coronavirus, senza attuare alcun lockdown rigido. Una scelta coraggiosa e controcorrente, ricorda in data odierna, 3 agosto, il sito de Avanti!, e che da molti era stata criticata quando le morti avevano iniziato a salire. Del resto la strategia attuata pressochè in maniera univoca dalle varie nazioni, una volta che il covid-19 ha iniziato a circolare in maniera preoccupante, è stata quella di bloccare le attività, attuare il distanziamento e via discorrendo. Ma non in Svezia, con il primo ministro Stefan Lovfen, che invece ha voluto salvaguardare la salute pubblica ma nel contempo l’economia. “La strategia è quella giusta – aveva spiegato – ne sono assolutamente convinto”. E così che il 16 luglio la nazione scandinava registrava un numero di morti pro capite più alto di quelli degli Usa, ma nel corso della ultime due settimane la curva si è decisamente appiattita, ed oggi, senza alcun lockdown, i morti sono in doppia cifra ogni 24 ore, più o meno quelli dell’Italia: Stessa cosa per i contagi, che alla fine di luglio erano circa 200 ogni 24 ore, contro i 1.100 di media del mese di giugno. Alcuni ritengono che il prezzo in vita umane sia stato comunque elevato (circa 5.700), ma nessuno ha la certezza della controprova: cosa sarebbe successo col lockdown?



CORONAVIRUS SVEZIA: COVID “SCONFITTO” SENZA LOCKDOWN, MA I DATI FANNO RIFLETTERE

E’ anche vero che nelle nazioni nordiche il covid non ha fatto grandi danni, e Norvegia, Finlandia, Danimarca e Islanda messe insieme (circa 17 milioni di abitanti in totale, la Svezia da sola ne conta 10), hanno registrato solo 1.200 decessi. Insomma, la verità probabilmente sta nel mezzo, con gli svedesi che sono riusciti a trovare un compromesso fra la salute e l’economia, a differenza invece di altre nazioni che hanno giustamente dato priorità alla vita umana, a discapito invece del denaro. “Abbiamo dato al mondo un esempio su come non affrontare una malattia contagiosa mortale”, sottolineano venticinque accademici svedesi in un editoriale pubblicato da Usa Today, mentre Maria Furberg, infettivologa dell’Università di Umea rilancia: “Gli svedesi, in generale, hanno cambiato il loro comportamento durante la pandemia e la pratica del distanziamento sociale è stata molto diffusa. Da marzo a inizio giugno tutti i negozi erano pressoché vuoti, la gente aveva smesso di cenare con gli amici e le famiglie avevano interrotto i contatti persino con i parenti più stretti. Un lockdown non avrebbe potuto essere più efficace. Lavarsi le mani, usare il più possibile i disinfettanti e stare a casa al primo segnale di freddo è diventato la normalità molto presto”.

Leggi anche

I NUMERI/ Covid, gli italiani promuovono medici (42%) e famiglia (55%), bocciano tv ( 13,6%) e Ue (21%)Covid, aumento casi variante Xec in Italia: il nuovo sintomo? Perdita di appetito e...