Il tennis è fermo per il Coronavirus, come tutti gli altri sport: ne abbiamo parlato accuratamente nelle settimane scorse, riportando le notizie dei tornei cancellati ma anche dell’istituzione di qualche appuntamento per aiutare gli atleti in difficoltà (da questa necessità è nata la Ultimate Tennis Showdown di Patrick Mouratoglou, se mai si giocherà). Tuttavia anche in questa disciplina si sta già pensando alla Fase 2: non è chiaro se e quando si potrà riprendere ad allenarsi, nel frattempo però la federazione italiana ha deciso di non farsi trovare impreparata e così ha organizzato un meeting (rigorosamente online) presenziato anche dal presidente Angelo Binaghi e il presidente e AD di Sport e Salute Vito Cozzoli. Come si legge su ubitennis.com, il sito gestito da Ubaldo Scanagatta, hanno partecipato oltre 11000 insegnanti e 3500 dirigenti di circoli in Italia: insomma una cosa grossa, nella quale Michelangelo Dell’Edera – direttore dell’Istituto Superiore di Formazione Roberto Lombardi – ha tracciato un decalogo per i giocatori di tennis.



Il decalogo ovviamente riguarda le norme basilari per evitare il contagio da Coronavirus: quando si riprenderà a giocare bisognerà in qualunque modo rispettare le norme di sicurezza e sanitarie, di modo da non dover sottostare a una nuova ondata dell’epidemia. Il primo consiglio è quello di arrivare sempre al campo con mascherina, guanti e gel igienizzante; gli ultimi due strumenti sono protagonisti anche negli altri punti della lista. Andiamo però per gradi: come secondo consiglio c’è quello di mantenere la distanza di sicurezza di un metro. Prima, durante e dopo la partita, specialmente nel doppio; giocando, il guanto deve essere indossato con la mano non dominante, vale a dire quella che viene usata per prendere la pallina e lanciarla in fase di servizio. Questo però potrebbe causare dei problemi a chi (ormai quasi tutti) pratica il rovescio a due mani: Dell’Edera ha pensato anche a questo, e infatti dice che bisognerà avere cura di disinfettarsi le mani ad ogni cambio di campo (cioè ogni due game).



CORONAVIRUS TENNIS: IL DECALOGO DELLE NORME FIT

Ancora: la stretta di mano al termine del match, oppure quella con il compagno di doppio al termine di ogni punto, può essere sostituita da un tocco con la punta della racchetta. La testa, ovvero la parte che viene usata per colpire la palla, servirà invece per salutare l’arbitro, una sorta di gesto di rispetto “all’antica”; il cambio campo dovrà sempre avvenire dal lato opposto rispetto a quello dell’avversario (lo fa normalmente Serena Williams, come rito scaramantico) e, qualora questo non sia possibile (su campi minori) deve essere mantenuta la distanza di sicurezza. Infine, l’over-grip della racchetta (è il nastro che si applica sull’impugnatura per avere una presa più salda ed evitare “scivolamenti” da sudore) va tolto al termine di ogni incontro e costantemente sostituito.



Diciamo pure che si tratta di norme che all’apparenza possono essere scontate, ma comunque si è tracciata una linea guida che sia valida per tutti e, in questo periodo di Coronavirus, è bene ripetere le misure sanitarie anche a oltranza, perché è meglio così che omettere qualcosa; effettivamente il tennis è uno sport nel quale seguire i protocolli sanitari è molto più agevole rispetto ad altri, in un match di singolare l’unico problema sarebbe appunto quello della pallina che passa di mano in mano e, eventualmente, del pubblico: questo però è un capitolo a parte, perché ovviamente nel momento in cui gli spettatori potessero nuovamente recarsi a seguire un match l’emergenza sarebbe definitivamente rientrata, o comunque non ci sarebbe bisogno di misure così restrittive. Nell’introdurre il meeting FIT, Binaghi ha inoltre ricordato la forte volontà di giocare gli Internazionali d’Italia e ha detto che il primo passo verso la ripartenza sarà quello di riprendere le gare a squadre in maniera gratuita, a ogni livello e grado.