Matteo Berrettini non sta giocando a tennis, come tutti i colleghi: con la stagione ferma a causa del Coronavirus, il romano si è visto “congelare” la sua ottava posizione nel ranking Atp e noi non lo vediamo in campo dagli Australian Open, che sarebbe dovuto essere lo Slam della consacrazione (dopo la semifinale agli Us Open, l’ingresso in Top Ten e le Atp Finals) ma nei quali invece ha deluso. Oggi Berrettini si trova a Boca Raton, in Florida, insieme alla fidanzata Ajla Tomljanovic: qui sorge la sede di un’accademia di tennis fondata da Chris Evert, la leggendaria campionessa titolare di 18 Slam – e con una striscia di 135 vittorie su terra rossa – che in questi giorni di pandemia sta organizzando delle dirette Instagram con i suoi allievi ma ogni tanto si presta a chiacchierate con i professionisti di oggi.
Nella conversazione con Berrettini (e la Tomljanovic) ovviamente c’è stato spazio per aneddoti della statunitense sull’Italia: uno di questi riguarda una cotta che Chris ha affermato di avere sempre avuto per Adriano Panatta, l’altro – forse più gustoso – ci porta agli Internazionali d’Italia. La Evert li ha vinti 5 volte ed era la beniamina del Foro Italico, ma una volta l’incitamento “Dai Chrissie!” è diventato per lei “Muori Chrissie” (equivoci della pronuncia inglese) e così prima che un giornalista le spiegasse l’incidente lei era scoppiata in lacrime. Al netto di questo, l’ex campionessa ha incalzato la coppia con alcune domande sull’attuale carriera: concentrandoci su quella di Matteo, il romano ha detto che nemmeno lui si aspettava di avere una crescita esponenziale in così poco tempo e che il punto di svolta è stato il torneo di Montecarlo dello scorso anno, dove è stato eliminato al primo turno.
MATTEO BERRETTINI, LE PAROLE DEL TENNISTA
Per quanto riguarda i punti deboli, Matteo Berrettini ha ammesso di dover lavorare sul rovescio e di starsi facendo aiutare in questo proprio dalla Tomljanovic (ripagando con lezioni sul dritto); ha detto che, essendo alto, non sarà mai mobilissimo sul campo da tennis ma sicuramente potrebbe avere un approccio migliore sugli spostamenti laterali e sul gioco a rete. Il rapporto con Ajla lo aiuta: lo ha detto soprattutto lei, affermando che è importante trovare qualcuno che capisca e condivida la vita frenetica di un tennista, sempre in viaggio e mai fermo. Il rapporto peraltro ha aiutato entrambi: la Tomljanovic, grande promessa qualche anno fa (prima di contrarre la mononucleosi, poi si è dovuta fermare per un’operazione alla spalla) ha raggiunto il massimo in carriera con il numero 39 del ranking Wta, mentre Matteo è appunto nella Top Ten. Lo stesso capitolino ha detto che, dei Big Three, il più duro da affrontare per lui è Novak Djokovic: “A Londra mettevo il 70% di prime e ho perso 6-1 6-2, legge sempre il tuo servizio e ha un rovescio mostruoso”.
La parte più importante dell’intervista, almeno relativamente ai tempi che stiamo vivendo con il Coronavirus, riguarda la possibilità di riprendere a giocare. La Tomljanovic ha detto chiaro e tondo che non sopporterebbe la cancellazione di un altro Slam, Matteo Berrettini è decisamente più pessimista nell’affermare che la situazione in Italia è brutta e così anche negli Stati Uniti, pertanto “faccio fatica a pensare che si possa giocare in estate”. Il timore, che è più che altro una mezza convinzione, è che la stagione possa essere cancellata; del resto Wimbledon ha già alzato bandiera bianca e il Roland Garros ha spostato l’appuntamento con la terra parigina a fine settembre, sempre nella speranza di onorare l’impegno. Per quanto riguarda Roma, è possibile che venga rischedulato in autunno: tuttavia, al momento le certezze non esistono e bisognerà aspettare qualche tempo per sapere quando si potrà tornare a giocare.