Si vanno sempre più perfezionando i test legati al coronavirus. È stato messo a punto anche uno che è in grado di rilevare meglio l’immunità al coronavirus. In questo modo si può anche sapere quanto dura, un’informazione non da poco considerando che sul tema sono ancora poche le informazioni certe. Il test – che si chiama T-Detect – al momento è sotto esame: lo sta valutando la Food and Drug Administration statunitense. Questo test misura nello specifico la risposta delle cellule T al Sars-CoV-2. Una novità importante, perché sappiamo che il test sierologico non ci dà informazioni sufficienti sull’immunità. Le cellule T, che come gli anticorpi sono una componente del sistema immunitario, rappresentano la prima linea difensiva contro il coronavirus. Sono in grado di riconoscere pezzi diversi del virus rispetto agli anticorpi classici e sono importanti anche per la memoria dell’infezione. Inoltre, “dicono” alle cellule B che devono fare da anticorpi. I test sulle cellule T sono più complessi e sofisticati, infatti richiedono una tecnologia altrettanto complessa, ma si possono fare.



COVID, NUOVO TEST IMMUNITÀ PER CAPIRE QUANTO DURA

Il test T-Detect sull’immunità al coronavirus è stato sviluppato, come riportato dal New York Times, dalla società Adaptive Biotechnologies, che ha sede a Seattle. Al momento i dati non sono stati esaminati per la pubblicazione su una rivista scientifica, ma per gli esperti il lavoro è promettente. I ricercatori hanno esaminato i campioni di 2.200 persone a Vò Euganeo, in Italia. Hanno identificato in maniera corretta il 97% di coloro che avevano una diagnosi confermata rispetto al 77% di un test anticorpale commerciale. Perché questo test è potenzialmente importantissimo? Permetterebbe di capire per quanto tempo chi ha preso il Covid è protetto da future infezioni, visto che alcuni studi sostengono che decadono dopo pochi mesi. Gli anticorpi “tradizionali” inoltre non sono la spia migliore della risposta immunitaria, quindi le cellule T possono rappresentare la prova che l’organismo continua a reagire. Infatti uno studio svedese sosteneva che più persone hanno sviluppato immunità a Sars-CoV-2 rispetto a quanto emerso con i test sierologici.

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