Dura la vita per un topo di città ai tempi del coronavirus. Abbiamo osservato, e scritto, del mondo animale che con quasi tutta l’umanità in lockdown si riappropria della natura. Ma ci sono delle eccezioni che del ritiro in quarantena degli esseri umani stanno soffrendo eccome: basti pensare a ciò che succede ai roditori fuori dai ristoranti. No, non siamo qui per raccontarvi di una storia in stile Ratatouille, non c’è nessun topino in sofferenza per il fatto di non poter cucinare per nessuno (semmai questa idea la lasciamo sviluppare alla Disney per un sequel del film d’animazione). La realtà del coronavirus parla a ben vedere di una situazione molto più drammatica nell’ambiente dei roditori, in particolare a New York, dove la chiusura dei ristoranti ha portato i ratti a veri e propri atti di cannibalismo per garantirsi la sopravvivenza.
CORONAVIRUS, TOPI DIVENTANO CANNIBALI PER ASSENZA DI CIBO
Del fenomeno, inquietante ma da prendere in considerazione (e vedremo perché) ha parlato alla Nbc News il rodentologo Bobby Corrigan, come riporta La Stampa: “Un ristorante all’improvviso chiude, cosa che è successa a migliaia non solo a New York ma da costa a costa degli Stati Uniti e in tutto il mondo e quei ratti che vivevano vicino a quel ristorante e che per decenni dipendevano da quel locale, beh, ora “la vita” non lavora più per loro e hanno solo un paio di scelte: cannibalismo e infanticidio per sopravvivere”. Tra le possibili conseguenze di questo fenomeno, come segnala Michael H. Parsons, studioso di scienze biologiche della Fordham University, vi è la possibile diminuzione della popolazione dei topi. Lo studioso, intervenuto ad Inside, ha spiegato che questo nei prossimi anni post-coronavirus potrebbe portare ad avere una popolazione di ratti più forte e aggressiva: “Gli esemplari si rivoltano l’uno contro l’altro, si stanno letteralmente uccidendo fra di loro. Non appena troveranno nuovo cibo, cosa che indiscutibilmente faranno, invece di avere topi di “basso livello” che cercano di entrare nelle nostro residenze, ne avremo di più intelligenti, più resistenti”.