Un nuovo ciclone rischia di abbattersi sul presidente degli Stati Uniti Donald Trump, a meno di due mesi dalle elezioni. Nelle scorse ore è uscito “Rage”, il libro del giornalista del Watergate, Bob Woodward, contenente retroscena inediti nei confronti dello stesso tycoon. Già stra-citato il passaggio riguardante il coronavirus. Sembra infatti che il commander in chief abbia confidato allo stesso giornalista di sapere con largo anticipo quanto fosse pericoloso il covid-19, definito “più fatale di una forte influenza”, nonostante pubblicamente lo stesso Trump minimizzasse la questione “per non creare panico”, come evidenziato dalla anticipazioni riportate da Repubblica, citando la Cnn. “Questa è roba mortale”, avrebbe detto Trump a Woodward lo scorso 7 febbraio, aggiungendo che il coronavirus fosse ben 5 volte più letale di una semplice influenza. Come detto sopra, però, il presidente ha sempre cercato di nascondere i fatti pubblicamente, come ha raccontato ancora Trump a Woodward il 19 marzo: “Volevo sempre minimizzare, preferisco ancora sminuire, perché non voglio creare panico”.
CORONAVIRUS, TRUMP SAPEVA DELLA SUA LETALITA’: IL COMMENTO SDEGNATO DI BIDEN
Già arrivate le prime reazioni, a cominciare da quella di Joe Biden, lo sfidante alle presidenziali per il prossimo mese di novembre: “Il presidente Usa ha infranto ogni promessa fatta ai lavoratori americani, non avendo messo fine alla delocalizzazione e offrendo contratti redditizi e agevolazioni fiscali alle grandi corporation che hanno portato il lavoro all’estero”. E ancora: “Non ha fatto il suo lavoro, di proposito. È stato un tradimento gravissimo del popolo americano. Questo è spregevole, un inadempimento del proprio dovere. È una vergogna. Trump è inadatto al proprio compito”. In difesa del presidente è invece giunto il virologo Anthony Fauci, della task force della Casa Bianca, che ha spiegato: “Trump non ha distorto la realtà della pandemia. Non vedo alcuna discrepanza tra quello che che diceva a noi e quello che diceva pubblicamente”.