L’assessore al Welfare della Regione Lombardia Giulio Gallera ai microfoni di Tgcom24 commenta la bozza del nuovo DPCM e chiede chiarezza al governo sulla zona rossa. «È arrivata una bozza che da un lato sembra andare verso la direzione auspicata, ma poi si parla di evitare in modo assoluto ogni spostamento. Ma è vietato o no? Noi abbiamo bisogno di dare messaggi forti». Il timore di Gallera è che nel decreto ci sia spazio per ambiguità che confondano le persone in un momento in cui servono risposte certe. «Per bloccare la diffusione del virus e garantire le cure salvavita abbiamo bisogno che la gente si fermi. Se il decreto è interpretato in questo senso bene. Dice di evitare in ogni modo gli spostamenti, quindi bisogna fare casa-lavoro? E allora a che serve lasciare i negozi aperti?». Gallera quindi aggiunge: «Dice che i milanesi possono muoversi per andare a lavorare, ma devono restare a casa per il resto del tempo. Il controllo si realizzerà con posti di blocco, immagino che ci sarà questo controllo, altrimenti finisce come oggi, con la gente che è ovunque». Non manca una punta polemica: «Neanche in Cina ce l’hanno raccontata com’era. Nessuno ci ha detto nulla, nessuno ci ha preparato. Qualcuno gli scenari li doveva preparare…». (agg. di Silvana Palazzo)



CORONAVIRUS, CHIUSE LOMBARDIA E 11 PROVINCE?

Manca solo l’ufficialità, ma tutta la Lombardia sta per diventare zona rossa. La regione viene chiusa, al pari di altre 11 province tra Veneto, Piemonte, Emilia Romagna e Marche, nel tentativo di arginare il contagio da coronavirus. Questo il senso del decreto con cui il governo ha definito le nuove misure nazionali di contenimento dell’emergenza, la cui bozza è stata diffusa per prima da Reuters. Nell’articolo 1 del Dpcm che potrebbe essere varato dal presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, si legge: “a) evitare in modo assoluto ogni spostamento in entrata e in uscita dai territori di cui al presente articolo, nonché all’interno dei medesimi territori di cui al presente articolo, salvo che per gli spostamenti motivati da indifferibili esigenze lavorative o situazioni di emergenza; b) ai soggetti con sintomatologia da infezione respiratoria e febbre (maggiore di 37,5 °C è fortemente raccomandato di rimanere presso il proprio domicilio e di limitare al massimo i contatti sociali, contattando il proprio medico curante; c) divieto assoluto di mobilità dalla propria abitazione o dimora per i soggetti sottoposti alla misura della quarantena ovvero risultati positivi al virus”. Tra le altre limitazioni previste anche la chiusura di tutte le palestre, piscine, spa e centri benessere. Per quanto riguarda i centri commerciali resteranno chiusi ma solo nel fine settimana. Chiusi invece centri culturali, musei e stazioni sciistiche. (agg. di Dario D’Angelo)



CORONAVIRUS: BRUSAFERRO, “ZONA ROSSA LOMBARDIA SENZA SENSO”

Silvio Brusaferro, presidente dell’Istituto superiore di sanità (Iss), fa chiarezza sulle dichiarazioni rilasciate ieri in conferenza stampa in merito alla “chiusura” della Lombardia per il Coronavirus. «Non avrebbe neppure senso», dichiara al Corriere della Sera, specificando che comunque la decisione non spetta a lui, visto che è solo uno dei membri del comitato tecnico scientifico che poi riferisce alla presidenza del Consiglio le sue valutazioni. Brusaferro comunque spiega di non aver mai parlato dell’ipotesi di istituire la zona rossa per tutta la Lombardia. «Alla domanda se pensiamo di allargare la zona rossa ho risposto semplicemente che stiamo valutando le misure da prendere in Lombardia che è una delle zone critiche. È ben diverso parlare di zona rossa». Si sta però valutando un’estensione. Nel mirino c’è la provincia di Bergamo, in particolare due comuni: Alzano e Nembro. Ci sono 43 vittime e 74 malati a Nembro, mentre 35 ad Alzano e 71 a Bergamo città. (agg. di Silvana Palazzo)



CORONAVIRUS, TUTTA LA LOMBARDIA ZONA ROSSA?

L’intera Lombardia potrebbe diventare un’unica zona rossa, non limitandosi più solo alle arre di focolaio fino ad ora individuate o allargando le misure restrittive ad altre quali la Bergamasca? È questa l’ipotesi ventilata nelle ultime ore e che sta già facendo tremare i polsi anche perché sottintenderebbe che non si è ancora riusciti a limitare il contagio da Coronavirus e d’altronde l’aumento dei casi negli ultimi giorni, stando ai numeri snocciolati dalla Protezione Civile, per adesso non sembra mostrare una inversione di tendenza. A spiegarlo è stato Silvio Brusaferro, presidente dell’Istituto Superiore di Sanità che, pur senza volersi spingere troppo in avanti, ha affermato che proprio l’istituto scientifico che lui presiede sta facendo in merito delle valutazioni anche solo per capire se possa esserci spazio per l’adozione di nuovi provvedimenti. “La Lombardia è un’area particolare” ha spiegato Brusaferro nel corso della consueta conferenza stampa della Protezione Civile, aggiungendo che proprio in questa zona si registra un incremento dei casi “maggiore rispetto ad altre zone”.

IPOTESI AL VAGLIO DELL’ISS

Come era prevedibile le parole di Brusaferro, che tuttavia non ha parlato esplicitamente della possibilità di trasformare la regione in un’unica zona rossa, hanno avuto già una vasta eco ma il direttore ha spiegato che il comitato scientifico dell’ISS valuterà attentamente quali saranno i prossimi provvedimenti da adottare, sottintendendo che sono già allo studio nuove misure perché quelle prese fino ad ora forse non si sono rivelate così efficaci. “Siamo in fase di analisi” ha aggiunto, forse riferendosi al fatto che il prossimo provvedimento potrebbe riguardare la già citata Bergamasca: “Le persone che andranno in quarantena non devono poi andare nei luoghi pubblici: non è una bravata e non è una ragazzata” ha poi ammonito Brusaferro preannunciando che si stanno studiando pure misure per punire eventuali trasgressori, specialmente dopo che è giunta notizia di persone che nel Lodigiano hanno volontariamente violato il confine della zona rossa. “Sono solo un medico e non un giurista, ma non è possibile che non si rispettino le indicazioni”.