L’emergenza coronavirus non si arresta nel mondo con quasi 2 milioni di morti e più di 87 milioni di casi conclamati di contagio da Sars-CoV-2: a preoccupare oltre alle diverse “varianti” emerse in Uk e Sud Africa sono i dati in aumento che arrivano dall’Europa. Ieri i 1000 morti erano stati superati in una sola giornata dal Regno Unito, oggi è il turno della Germania (con il Governo Merkel che ha appena confermato il lockdown fino almeno al 31 gennaio 2021).
Il Robert Koch Institut ha segnalato 26.391 nuovi contagi e 1.070 nuovi decessi in 24 ore in Germania, con la cancelliera Angela Merkel che commenta «Ovviamente abbiamo ancora davanti a noi – credo che questo si possa intuire – i mesi peggiori della pandemia». L’incidenza sui sette giorni per 100 mila abitanti è calata invece a 121,8 contagi, dal record di 197,6, rilevato il 22 dicembre scorso: nel frattempo corrono paralleli i vaccini anti-Covid somministrati, con l’Italia che si contende proprio con i tedeschi la “guida” della classifica (più di 300mila somministrazioni da fine dicembre fino a ieri). Uscendo dai confini europei, il Giappone ieri ha deciso di applicare lo stato di emergenza a Tokyo per un mese alla luce delle 70mila infezioni negli ultimi giorni, poco meno di un terzo del totale nazionale.
CORONAVIRUS IN CINA: NUOVO FOCOLAIO E IMMEDIATO LOCKDOWN
Dal Giappone alla vicina Cina il salto è breve: Shijiazhuang, la capitale della provincia dello Hubei che conta circa 11 milioni di abitanti, è tornato ufficialmente in lockdown dopo l’esplosione di un focolaio che ha visto 200 casi di coronavirus nelle ultime 48 ore. Il capodanno lunare è vicino e il premier Xi Jinping non vuole rischi di recrudescenza del Covid-19 nel Paese al momento – paradossalmente – più vicino al superamento dell’emergenza pandemica. Negli Stati Uniti, da ultimo, sono state 3.865 le vittime nelle ultime 24 ore con 252.145 nuovi casi: «Durante le feste la gente si è incontrata, ha viaggiato e i contagi sono aumentati, specialmente in alcuni Paesi. L’approvazione dei vaccini e l’avvio della somministrazione sono una buona notizia – è stato detto – ma la battaglia non è vinta. Dobbiamo assicurarci che la produzione dei vaccini aumenti e arrivi anche nelle aree più remote del pianeta, e agire responsabilmente continuando ad usare tutte le precauzioni», ha spiegato il direttore delle emergenze dell’Organizzazione mondiale della Sanità Mike Ryan in una sessione “domande e risposte” sui social dell’Oms.