Mentre in Italia e in Europa è rovente il tema della ripresa degli allenamenti e della conclusione in campo dei campionati (su cui però l’incertezza regna ancora sovrana), ecco che nel frattempo la UEFA scende in campo per venire in soccorso alle sue 55 federazioni affiliate, per affrontare subito la crisi economica conseguente alla pandemia da coronavirus. La federazione infatti ha deciso di erogare ben 236.5 milioni di euro alle realtà nazionali per affrontare al meglio questo periodo così complicatone drammatico. E per fare ciò la UEFA ha deciso di ricorrere al “Hat Trick”: ovvero un programma di solidarietà nato nel 2004 (post Europei in Portogallo), con l’obbiettivo di reinvestire gli introiti derivanti dai grandi eventi per sviluppare il sistema calcio. Sono dunque fondi che solitamente vengono distribuiti per coprire i costi di gestione e aiutare aree specifiche e mirate del calcio nazionale, ma che ora verranno divisi senza restrizioni. Soldi dunque che le singole federazioni potranno gestire in base a priorità proprie, alla luce dell’impatto negativo della pandemia da coronavirus nel mondo del calcio, senza intromissione della stessa UEFA.



CORONAVIRUS UEFA: IL PIANO DI CEFERIN

In un momento così difficile e buio, la mossa della UEFA (unitamente alle ultime misure prese dalla FIFA) è certamente un’iniezione di fiducia (e liquidità) che farà tirare un sospiro di sollievo a molte realtà, mentre si cerca di capire come evitare il fallimento e programmare il prossimo futuro del calcio europeo. A presentare il piano di aiuti e solidarietà della UEFA è stato ieri poi lo stesso presidente della federazione Ceferin, che ha affermato: “ La Uefa vuole aiutare le federazioni a rispondere in modo appropriato alle circostanze specifiche. Di conseguenza, abbiamo deciso di destinare fino a 4,3 milioni di euro a federazione per il resto di questa stagione e per la successiva. Ogni federazione affiliata potrà usare i fondi, oltre a parte dei fondi d’investimento, come ritiene opportuno per ricostruire una comunità del calcio danneggiata”.  Il numero 1 della UEFA ha poi aggiunto: “Credo che sia una decisione responsabile per aiutare la comunità del calcio il più possibile. Senza dubbio, il calcio sarà al centro delle attività che consentiranno alla gente di tornare alla normalità, quando sarà il momento. Dobbiamo fare tutto il possibile per garantire che sia in grado di rispondere all’appello”.

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