Ieri è stata una giornata “storica” per il Regno Unito per il “cambio” di calcolo su contagi e decessi coronavirus, con la triste scoperta che di colpo la Gran Bretagna diviene la nazione con più morti in Europa per la pandemia da Covid-19: nella drammatica “classifica” dei contagi, mettendo anche tutti i casi sospetti da coronavirus, lo UK arriva a registrare 32.375 vittime (+693 rispetto al giorno prima), di cui 29.427 solo in Inghilterra e Galles. Viene superata l’Italia che fino a ieri rimaneva in testa alla tragedia del Covid-19 in tutta Europa per numero di morti: i contagi accertati in Gran Bretagna sono 194.990, a fronte di un totale di 1.383.842 tamponi effettuati, ma è allarme per possibile peggioramento della curva di contagio nel prossime settimane laddove vi siano degli allentamenti al lockdown imposti dalla grave emergenza economica che colpisce anche Londra.



CORONAVIRUS UK, LE DIMISSIONI DEL “SIGNOR LOCKDOWN”

Il ministro britannico della Sanità, Matt Hancock, ha riconosciuto ieri nell’intervista a Sky UK come una tragedia enorme il “nuovo” bilancio di morti da coronavirus nel Regno Unito, ma ha anche notato che vi sono alcuni Paesi con tassi di letalità superiore e popolazione meno numerosa «e questo conta». Sempre il titolare della Salute ha poi affermato che «Spagna e Italia non includono nei loro dati alcuni decessi al di fuori degli ospedali»; Hankcok ha poi escluso che il Governo Johnson abbia deliberatamente di sacrificare gli anziani nelle case di riposo, negando errori di sottovalutazione della pandemia.



Nel frattempo sul Governo esplode un’altra grana legata alle dimissioni improvvise del professore Neil Ferguson, consulente del Premier Johnson ed esimio epidemiologo dell’Imperial College di Londra: fu lui ad avere ruolo decisivo nel convincere il n.1 di Downing Street ad imporre il lockdown dopo l’iniziale fase di “immunità di gregge” ricercata da parte del Governo. Oggi però si è dimesso dall’incarico di consulente del Governo dopo che un reportage del Telegraph lo ha “pizzicato” nell’essere andato a trovare l’amante dall’altra parte di Londra durante il periodo di lockdown: «Ho commesso un errore e ho deciso di lasciare il Sage», ha ammesso tutto il professore, ribadendo «sono profondamente rammaricato se il mio comportamento ha in qualche modo compromesso il messaggio sulla necessità della distanza sociale per controllare questa devastante epidemia». Il professore ha poi spiegato di aver preso questa decisione dopo essersi ritenuto “immune” per aver contratto in prima persona il coronavirus e dopo aver trascorso l’adeguata quarantena ed esser stato dichiarato guarito dai medici.

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