Il Coronavirus in UK (o Regno Unito, se preferite) ha, sino ad oggi (mercoledì 20 maggio 2020), fatto registrare 248.818 casi e provocato 35.341 morti, stando agli ultimi dati aggiornati. Intanto, il premier Boris Johnson quest’oggi analizzerà la questione scuole, che potrebbero riaprire entro due settimane, anche se c’è grande preoccupazione per la sicurezza e l’incolumità degli studenti. Su questo punto è intervenuta nelle scorse ore la British Medical Association, che ha evidenziato come le scuole dovrebbero riaprire “solo se sicure”, pur essendoci sono prove crescenti che il rischio per i bambini di contagio da Coronavirus sia “estremamente ridotto”. Si potrebbe dunque pensare a un ritorno sui banchi il 1° giugno? Questa è la proposta emersa nel corso di un dibattito tra i sindacati degli insegnanti e il Governo. Dal canto suo, la BMA, in un primo tempo ostile, ha ammorbidito la sua posizione, mostrandosi possibilista circa tale data. Non sono invece d’accordo i sindacati, i quali si oppongono al piano, sostenendo che gli insegnanti, gli alunni e le loro famiglie siano a rischio di contrarre il Covid-19.



CORONAVIRUS UK: RIAPRIRE LE SCUOLE O NO?

I sindacati sono stati sostenuti la scorsa settimana proprio dalla British Medical Association, la quale ha però ora lanciato segnali di apertura nei confronti di un ritorno sui banchi il 1° giugno. Sulle colonne del quotidiano “The Telegraph”, il dottor Peter English, presidente del comitato di medicina della BMA per la salute pubblica, ha scritto: “Il BMA vuole che le scuole riaprano non appena sia sicuro farlo e i test lo consentano. Questo potrebbe avvenire prima del 1° giugno o dopo. Un approccio a rischio zero non è possibile. Attualmente il livello di rischio è accettabile”. Il dottor David Nabarro, inviato dell’OMS in Europa per il Coronavirus, ha parlato dei progetti esistenti circa una riapertura graduale delle aule con rigide norme igieniche e di sicurezza: “Ci saranno dei rischi, ma si tratta di bilanciarli. Non si vuole che i bambini rimangano a casa e non vadano a scuola per molto tempo”. Va detto che altri Paesi hanno intrapreso con successo questo percorso, ad esempio la Norvegia, dove le scuole sono completamente aperte, ma con fortune decisamente alterne (Francia).

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