Il Coronavirus nel Regno Unito ha fatto registrare, dall’inizio della pandemia, 65.077 casi confermati e 8mila persone decedute dopo aver scoperto la propria positività al Covid-19. Giungono fortunatamente notizie incoraggianti circa lo stato di salute del premier Boris Johnson, dimesso dal reparto di terapia intensiva del “Saint Thomas Hospital” di Londra, ove era stato ricoverato per insufficienza respiratoria connessa all’infezione da Coronavirus. L’annuncio è arrivato da un portavoce del Governo britannico, il quale ha dichiarato che “il primo ministro è stato trasferito nella serata di giovedì 9 aprile 2020 dalla terapia intensiva in reparto, dove sarà sottoposto ad uno stretto monitoraggio nella fase iniziale della sua ripresa”. La popolazione, intanto, è stata invitata ad attenersi al rispetto delle misure di contenimento, nonostante oggi cominci il fine settimana di Pasqua, che durerà quattro giorni. Con le temperature primaverili e i cieli sgombri da nuvole previsti, il ministro Dominic Raab ha ricordato che il buon lavoro svolto fin qui potrebbe essere “cancellato” se gli inglesi si rilassassero questo fine settimana.



CORONAVIRUS UK: MORTI IN AUMENTO PER ALTRE 3 SETTIMANE

Un monito necessario, anzi, indispensabile, dato che spesso giunge dai vertici amministrativi il cattivo esempio. È il caso del segretario per l’edilizia abitativa Robert Jenrick, accusato per due volte di aver violato le regole di isolamento viaggiando dalla sua residenza londinese alla sua “seconda casa” nell’Herefordshire, dopo essere stato visto anche in visita ai suoi genitori. Il Governo ha nel frattempo annunciato che non si prenderà in considerazione la possibilità di revocare le misure di blocco fino a quando non cominceranno a diminuire i decessi da Coronavirus, che secondo fonti interne non si verificheranno per ulteriori tre settimane. Il picco in termini di nuove infezioni da Covid-19 nel Regno Unito è previsto per la domenica di Pasqua, ma è probabile che il tasso di mortalità raggiungerà il suo punto più alto soltanto 21 giorni più tardi. Soltanto a quel punto i funzionari governativi prenderanno in considerazione quando potranno essere revocate le rigide regole di distanziamento sociale.

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