Altre 160 persone sono morte in Uk nelle ultime 24 ore portando il totale delle vittime da coronavirus dall’inizio dell’epidemia nel Regno Unito a quota 34.796. Si tratta di un bilancio drammatico, che rende la Gran Bretagna, e in particolare l’Inghilterra, l’epicentro europeo del contagio. In tutto sono 246.406 le persone risultate positive al coronavirus: la cifra comprende le persone che sono morte dopo essere risultate positive negli ospedali, così come nelle case di cura e nella comunità in generale. Nel frattempo il numero di morti nel Regno Unito potrebbe arrivare a 44.000, secondo i nuovi dati dell’Office Of National Statistics. Le cifre, provenienti da ospedali e case di cura e dalla comunità in generale, coprono i casi in cui il Covid-19 è stato menzionato sul certificato di morte, compresi i casi sospetti. In ogni caso il Regno Unito è uno dei Paesi più attivi sul fronte della ricerca di un vaccino contro il coronavirus.



CORONAVIRUS UK: “OLTRE 44MILA MORTI”

Il governo di Boris Johnson ha infatti già prenotato le prime cento milioni di dosi del vaccino anti-coronavirus in via di sperimentazione da parte dell’università di Oxford, 30 milioni delle quali – se tutto andrà per il meglio – dovrebbero essere disponibili a settembre inizialmente per le persone vulnerabili. Lo ha dichiarato ieri in Parlamento il ministro della Sanità, Matt Hancock, dopo la anticipazioni di domenica del collega delle Attività Produttive, Alok Sharma, e quelle precedenti di Boris Johnson. Tuttavia, il “Telegraph” avanza dei dubbi sull’efficacia immunizzante del vaccino: secondo vari esperti, infatti, durante la fase di sperimentazione sulle scimmie il vaccino non avrebbe impedito alle cavie di contrarre il virus, dimostrando solo una “parziale efficacia”. “Tutti i macachi vaccinati hanno contratto l’infezione una volta esposte al virus, come dimostrato dalla presenza del genoma RNA del virus nelle secrezioni nasali”, ha detto alla rivista Forbes citata dal Telegraph il dott. William Haseltine, ex professore dell’Harvard Medical School che ebbe un ruolo centrale nello sviluppo dei primi trattamenti per l’Hiv. “Non è stata rilevata alcuna differenza nella quantità di RNA presente negli animali vaccinati rispetto a quelli non vaccinati”.

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