Calano finalmente decessi e contagi da Coronavirus in Uk, nel Regno Unito. Nelle ultime 24 ore, secondo l’aggiornamento del ministero della Sanità ha portato alla luce un bollettino confortante, con un numero di morti pari a 170 (per un totale di 34.716 unità) contro i poco più di 428 di venerdì ed i 468 di sabato. Si tratta del dato più basso dall’inizio del lockdown. Ricordiamo tuttavia che i bollettini degli ultimi weekend hanno evidenziato sempre una certa sottostima rispetto ai giorni seguenti anche per via di una raccolta parzialmente in ritardo dei dati di sabato e domenica. Stando a quanto reso noto dalla Bbc, il conteggio dei decessi, soprattutto nei giorni di domenica e lunedì, è generalmente più basso in quanto ospedali e case di riposo sarebbero più lenti nel registrarli. In merito ai contagi da Coronavirus, attualmente superano le 240 mila unità: secondo i dati in tempo reale resi noti dalla mappa della John Hopkins University & Medicine sono 244.995 con una curva in leggera flessione. I test giornalieri sono scesi a poco più di 91.200 casi dopo che per tre giorni di fila si è superato l’obiettivo promesso dal governo Tory dei 100 mila tamponi quotidiani. Tuttavia attualmente il Regno Unito si classifica al terzo posto al mondo, dopo Usa e Russia per numero di casi positivi da Coronavirus ed il secondo Paese nella triste classifica dei decessi dopo gli Stati Uniti.



CORONAVIRUS UK, BORIS JOHNSON “VACCINO POTREBBE NON ARRIVARE MAI”

Secondo quanto riferito dal Guardian, il 20% dei pazienti ospedalieri inglesi avrebbe contratto il Coronavirus mentre era ricoverato per un’altra malattia. In un articolo sul Mail on Sunday, il premier britannico Boris Johnson ha affermato che “un vaccino potrebbe non arrivare mai”. Al tempo stesso ha però sottolineato l’enorme sforzo per svilupparlo annunciando un investimento da parte del governo britannico da 93 milioni di sterline (circa 104 milioni di euro) per accelerare l’apertura del Vaccine Manufacturing and Innovation Center, centro per la produzione di vaccini, “con 12 mesi di anticipo”. Johnson ha anche ribadito il grande impegno del Regno Unito nel sostenere la ricerca sui trattamenti farmacologici affinché si possa presto trovare un aiuto per far guarire rapidamente le persone. Sul medesimo giornale ha asserito che “c’è ancora molta strada da fare e, devo essere sincero, un vaccino potrebbe non realizzarsi”. Al tempo stesso, ha aggiunto, “dobbiamo trovare nuovi modi per controllare il virus”, tra cui test su persone che hanno sintomi e il tracciamento dei contatti di quelle infette.



Intanto, come anticipa Repubblica oggi, il Regno Unito sarà il primo Paese ad avere accesso al potenziale vaccino contro il Coronavirus dell’Università di Oxford, al cui sviluppo ha partecipato anche l’azienda italiana Irbm di Pomezia. E’ quanto riferito ieri, durante la conferenza stampa governativa, dal ministro delle Attività produttive britannico, Alok Sharma. Nel dettaglio Londra avrebbe già prenotato 30 milioni di dosi del vaccino sperimentale. Ovviamente chi riuscirà ad usarlo in anticipo potrà avere un grosso vantaggio sugli altri Paesi ma in merito non è ancora chiaro se l’Italia sia o meno in corsa per i restanti campioni della prima tornata di produzione.

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