Allarme Coronavirus: dopo che è diventato di dominio pubblico il caso del cittadino britannico che, pur senza aver mai messo piede in Cina, ha contratto l’infezione in quel di Singapore prima di infettare a sua volta decine di persone nel corso dei suoi spostamenti tra l’estremo Oriente e l’Europa, per far fronte al diffuso e giustificato timore dei cittadini è stata lanciata di recente un’app per smartphone e tutti gli altri device mobili che avvisa l’utente nel caso in cui sia stato a contatto con individui a rischio infezione. In attesa di capire se questo nuovo applicativo funzioni e in che modo il suo meccanismo di “matching” possa essere affidabile, va dato atto al Governo di Pechino di tentare tutte le strade per evitare la diffusione della malattia anche ricorrendo ad espedienti hi-tech: insomma una misura in più accanto a quelle ‘draconiane’ messe in campo per evitare che aumentino esponenzialmente i casi di contagio e che richiede innanzitutto la registrazione degli utenti per funzionare.
CORONAVIRUS, LA CINA LANCIA UN’APPA PER SAPERE SE SI E’ A RISCHIO CONTAGIO
Infatti l’app sviluppata e lanciata dal Governo cinese prevede che ci si registri con i propri dati anagrafici, indirizzo e numero di telefono, oltre a un numero identificativo assegnato automaticamente dal sistema e che è uno degli strumenti-chiave per capire se si è incontrato qualche persona infetta o magari si è frequentato dei luoghi a rischio o già visitati da altri pazienti conclamati. Effettuando la scansione di un vero e proprio archivio geocalizzato, l’applicativo segnala subito i potenziali spostamenti o luoghi in cui potremmo essere venuti a contatto con persone infette nel medesimo intervallo di tempo. In caso di segnalazione positiva, il software invita l’utente a non uscire di casa in modo da evitare il rischio di altri possibili contagi oltre che di mettersi al più presto in contatto con le autorità sanitarie competenti per valutare il da farsi. Non solo: l’obiettivo dell’app è quello di dare vita a un gigantesco database che servirà allo stesso Governo per avere informazioni utili a “mappare” il contagio e magari riuscire a mettere in guardia in modo mirato altri cittadini.