Mentre l’epidemia di Coronavirus si diffonde sempre più anche negli Usa, gli americani ribadiscono ancora una volta le responsabilità della Cina e propongono di ribattezzare ufficialmente il Covid-19 come “Wuhan virus“. Non si tratta solo di un’iniziativa simbolica: la proposta ha spaccato il G7, perché utilizzare un nome che alluda esplicitamente alla provenienza cinese del Coronavirus è stata un’idea bocciata dai colleghi nella videoconferenza dei ministri degli Esteri, tanto da portare alla diffusione di comunicati separati tra gli Usa e gli altri partner del G7. “Quanto suggerito dal Dipartimento di Stato Usa supera una linea rossa”, ha dichiarato alla Cnn un diplomatico europeo in forma anonima, “non si può concordare con questa definizione del virus e con il tentativo di comunicarlo così”. Nella bozza di dichiarazione proposta dagli Usa, inoltre, Washington incolpa la Cina per la pandemia, posizione che invece gli europei non vogliono adottare. (Aggiornamento di Mauro Mantegazza)



CORONAVIRUS USA: GLI EFFETTI SULL’ECONOMIA

Negli Usa l’epidemia da coronavirus preoccupa particolare per la sua ricaduta sull’economia. In un mercato totalmente libero come appunto quello a stelle e strisce, e nel contempo molto florido, non è facile accettare quanto stia accadendo in questi giorni, con fabbriche chiuse e negozi con serrande abbassate. E guardando al futuro il presidente della Fed, la Federal Reserve Bank, Jerome Powell, non pronostica nulla di buono: “Gli Stati Uniti potrebbero essere in recessione, ma c’è una differenza fra questa e una normale recessione. Non è un rallentamento tipico. A un certo punto – le sue parole alla Nbc – avremo il virus sotto controllo e tornerà la fiducia”. La Fed, assicura Powell, proseguirà nei suoi sforzi affinché “il flusso del credito scorra nell’economia”. Ottimismo o meno i dati sono eloquenti, e nell’ultima settimana i sussidi da disoccupazione oltre oceano sono aumentati di ben 3 milioni di unità, per l’esattezza 3.283.000. Gli analisti avevano previsto un’ascesa, considerata già record, di un milione di unità, più alto del record negativo toccato nel 1982 (700.000), quando gli Stati Uniti erano davvero in recessione. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)



CORONAVIRUS USA: 1054 MORTI, QUASI 70MILA CASI

L’epidemia di Coronavirus negli USA ha fatto segnare ieri, mercoledì 25 marzo 2020, il giorno più drammatico registrato finora dall’altra parte dell’Atlantico; in sole 24 ore, infatti, nell’intera nazione sono morte 223 persone, portando così il totale dei decessi a quota 1054. Incredibile anche la statistica relativa ai casi confermati: 69.219, a un passo dai 70mila e non troppo distante dai 74.386 riscontrati in Italia. E la situazione, purtroppo, è destinata a peggiorare, a detta degli esperti, che continuano ad asserire che i numeri aumenteranno drasticamente man mano che verranno effettuati e analizzati più tamponi. Durante la conferenza stampa della task force per il Covid-19 della Casa Bianca, il presidente Donald Trump ha dichiarato: “Più ci impegniamo in modo aggressivo per l’isolamento sociale, più vite possiamo salvare”. Tuttavia, c’è ancora tempo per impedire che gli Stati Uniti d’America diventino il prossimo epicentro della pandemia di Coronavirus, ha dichiarato alla CNN Margaret Harris, portavoce dell’Organizzazione Mondiale della Sanità: “Il rischio è alto, ma c’è ancora la possibilità di invertire la tendenza”.



CORONAVIRUS USA: LE CONTROMISURE PROSSIME A ESSERE ADOTTATE

Per fronteggiare l’emergenza Coronavirus, gli USA stanno attuando una serie di contromisure, la cui efficacia potrà essere valutata soltanto nei prossimi giorni. In Texas, per esempio, sarà concesso alle strutture mediche che sono in attesa di licenza o che hanno chiuso negli ultimi 36 mesi di essere messe in rete. Previsto anche il rilascio anticipato dei detenuti a basso indice di pericolosità: a New York, almeno 200 prigionieri usciranno dal carcere, e anche il procuratore generale del New Jersey, Gurbir Grewal, ha detto ai giornalisti che lunedì sarà avviato un processo per liberare i carcerati che non costituiscono una minaccia per la comunità. Un altro modo in cui i funzionari hanno affrontato la crisi è stato quello di invitare gli operatori sanitari in pensione a tornare in ospedale. Inoltre, alla New York University, la Grossman School of Medicine ha cercato studenti che vogliono laurearsi in anticipo in risposta alla direttiva di Andrew Cuomo di far entrare più medici nel sistema sanitario velocemente, sulla falsa riga di quanto accaduto in Italia. A partire da mercoledì pomeriggio, 69 studenti si sono offerti volontari.