Stati Uniti in piena emergenza coronavirus: con gli oltre 86.000 casi di contagi segnalati è il primo paese al mondo per numero di contagi. Superata quindi anche l’Italia, che al momento si assesta sopra quota ottantamila. Circa un migliaio, invece, le vittime registrate negli Stati Uniti d’America dall’inizio della pandemia. Secondo una ricerca della University of Washington School of Medicine, il virus potrebbe arrivare ad uccidere oltre ottantamila persone nei prossimi quattro mesi e il timore è che fino a giugno non ci sia tregua. Il Presidente degli Stati Uniti, Trump, nel frattempo ha proposto una meeting straordinario con gli altri leader del G20, chiamandoli a raccolta per una collaborazione. Donald Trump ritiene sia fondamentale trovare “alleanze” per sconfiggere il coronavirus. (Aggiornamento di Jacopo D’Antuono)
CORONAVIRUS: USA PRIMO PAESE MONDIALE PER NUMERO DI CASI
Primo Paese mondiale per numero di casi di noti di Coronavirus: è il triste e poco ambìto primato che spetta, dalla serata di giovedì 26 marzo 2020, agli USA, che hanno superato anche la primatista Cina nelle ultime ore. Attualmente, in America sono 86mila i contagi confermati (86.004, per l’esattezza), mentre il totale dei decessi è pari a 1300, con 246 morti registrati unicamente nella giornata di ieri. “Ci aspetta un viaggio movimentato per i prossimi 12-18 mesi“, ha dichiarato il dottor Ashish Jha, direttore dell’Harvard Global Health Institute. “Se ora siamo aggressivi nel fermare le cose, nel chiudere, nel costruire un regime di prova, possiamo poi riaprirci… E la maggior parte degli statunitensi potrà tornare a lavorare. Questo, però, succederà solo quando saremo pronti. E ora non siamo neanche lontanamente pronti“. C’è voglia di normalità ovunque, in Italia, come al di là dell’Atlantico, ma il dottor Anthony Fauci, uno dei massimi esponenti sanitari della nazione, ha riferito che il presidente Donald Trump “ci sta ascoltando quando gli comunichiamo che dobbiamo davvero rivalutare le previsioni di riapertura di aziende, scuole e negozi. Qualsiasi decisione che prendiamo deve essere basata sui dati”.
CORONAVIRUS USA: OSPEDALI IN AFFANNO
Il picco di casi negli USA ha fatto sì che gli ospedali di tutto il Paese si stiano affannando per tenere il passo con la crescente domanda di assistenza. A New York, dove è stata segnalata più della metà dei casi statunitensi, i lavoratori ospedalieri esausti stanno approntando misure sempre più disperate per combattere il virus. Il New York Bellevue Hospital Center ha creato, ad esempio, un obitorio di fortuna, utilizzando tende e camion refrigerati. All’Elmhurst Hospital Center, nel Queens, 13 pazienti sono morti di Covid-19 in 24 ore. Commovente la testimonianza rilasciata da un’infermiera alla CNN: “Non ho dormito, perché la mia mente non si spegne. Ho pianto in bagno durante la pausa, mentre staccavo i DPI dal mio corpo sudato, con i segni della maschera sul viso. Ho pianto per tutto il tragitto verso casa. Piango per quelli che sono morti. Piango perché abbiamo intubato 5 pazienti in 10 minuti e sono terrorizzata. Piango per i miei colleghi, perché sappiamo che le cose peggioreranno. Piango per i genitori, i figli, i fratelli, i fratelli e le sorelle, i coniugi che non possono stare con i loro cari che forse stanno morendo, ma non possono ricevere visite, in quanto non concesse”.