Mentre molti media statunitensi contestano l’ultimo discorso di Donald Trump e prendono posizione sul suo licenziamento (decisione poi revocata) dello stimato immunologo Anthony Fauci dalla task force antiCovid-19 voluta dalla Casa Bianca, due dati mostrano quanto ancora sia drammatica negli USA la situazione dell’emergenza Coronavirus. Da giorni oramai Oltreoceano il numero dei decessi (23.644) ha nettamente superato quelli registrati in Italia e Spagna ma a preoccupare sono soprattutto un recente studio dell’Università del Maryland e il bollettino che arriva dallo Stato di New York: per quanto riguarda la ricerca, secondo alcuni scienziati il nuovo Coronavirus sarebbe mutato diventando molto più contagioso e infettante rispetto a quello che aveva colpito la provincia cinese di Wuhan; da qui l’elevato numero di casi e di decessi riscontrati in Europa e negli States. Invece, secondo i dati della Johns Hopkins University, in quello che è l’epicentro dell’epidemia americana il numero delle vittime è oramai sopra la fatidica cifra delle 10mila unità: anche per questo motivo lo Stato di New York sta ancora vivendo la fase più drammatica della pandemia e questo stona con le parole del Presidente che nelle ultime ore si è detto “vicino a completare il piano per riaprire tutto il Paese”. (agg. di R. G. Flore)
CORONAVIRUS USA: LA SFURIATA DI TRUMP INDIGNA L’OPINIONE PUBBLICA
Il Coronavirus negli USA continua a far registrare, giorno dopo giorno, nuovi record mondiali; gli Stati Uniti d’America sono, infatti il primo Paese del globo per numero di casi confermati (587.173) e per decessi totali dall’inizio della pandemia (23.644). In questo scenario a dir poco drammatico, a rubare la scena nella giornata di ieri, lunedì 13 aprile 2020, è stato il presidente nazionale, Donald Trump, protagonista di una sfuriata in conferenza stampa che ha indignato l’opinione pubblica a stelle e strisce. Il tycoon ha infatti asserito che la sua “autorità è totale” per ordinare agli Stati e alle città di rimettersi in movimento, si è lamentato del fatto che la stampa non abbia sottolineato abbastanza che “tutto quello che abbiamo fatto è stato giusto” e ha chiamato il suo principale consulente medico, il dottor Anthony Fauci, al fine di ripudiare pubblicamente le sue dichiarazioni rilasciate domenica alla CNN, che erano state interpretate come critiche alle azioni della prima amministrazione. Ha inoltre giurato che l’economia si riattiverà “prima del previsto”, senza spiegare come e quando. “Ricordatevi che il presidente degli Stati Uniti è l’artefice di tutto”, ha concluso.
CORONAVIRUS USA, NEW YORK REAGISCE ALLE ESTERNAZIONI DI TRUMP: “ABBIAMO UN PRESIDENTE, NON UN RE”
Le parole di Donald Trump non sono andate giù a molti governatori del Paese a stelle e strisce, fra cui Andrew Cuomo (New York), il quale ha pubblicamente affermato di non trovarsi d’accordo con l’interpretazione data dal tycoon ai suoi poteri. “Non abbiamo un re, bensì un presidente eletto”, ha risposto Cuomo durante un’intervista concessa all’emittente televisiva CNN. “La Costituzione dice chiaramente che i poteri che non sono specificamente elencati per il governo federale sono riservati agli Stati e i confini tra l’autorità federale e quella statale sono centrali nella Costituzione e rappresentano uno dei grandi equilibri di potere. I Padri Fondatori non volevano un re, altrimenti avremmo avuto re George Washington”. Cuomo, peraltro, è a capo dello Stato più colpito dalla pandemia di Coronavirus (New York, 196.146 casi), seguito nella top ten da New Jersey (64.584), Massachusetts (26.867), Michigan (25.635), California (24.379), Pennsylvania (24.336), Illinois (22.025), Florida (21.019), Louisiana (21.016) e Texas (14.505).