Gli ultimi dati aggiornati provenienti dagli Stati Uniti d’America in merito alla pandemia di Coronavirus illustrano un bilancio aggravatosi ulteriormente nel corso delle ultime ore; sono saliti, infatti, a 644.348 i casi positivi confermati, mentre il totale delle persone decedute dopo aver scoperto di avere contratto il Covid-19 si attesta a quota 28.554. Secondo il presidente nazionale Donald Trump, tuttavia, il tanto atteso picco di contagi “è stato superato” e adesso si può pertanto pensare con decisione e senza esitazioni a riavviare il motore economico del Paese. Il tycoon ha rivelato che in data odierna, giovedì 16 aprile 2020, interverrà nuovamente in conferenza stampa alla Casa Bianca al fine di svelare le direttive che fungeranno da linee guida per la ripartenza americana. Qualcosa, in realtà, l’ha già preannunciato nel corso del suo ultimo intervento pubblico in ordine di tempo: “Riapriremo alcuni Stati prima di altri e penso che un buon numero di essi possa riaprire prima del 1° maggio”.
CORONAVIRUS USA: INTELLIGENCE AMERICANA SOSPETTA CHE IL VIRUS SIA NATO IN LABORATORIO A WUHAN
Donald Trump ha poi nuovamente puntato il dito contro l’Organizzazione Mondiale della Sanità, rea “di aver commesso un orribile e tragico errore”, ma “forse sapevano tutti cosa stava succedendo e hanno volutamente trattato molto male gli USA, favorendo la Cina”. A proposito di Cina: la nota emittente televisiva statunitense CNN ha rivelato in queste ore di essere venuta a conoscenza, mediante alcune fonti attendibili, dell’esistenza di un dossier creato dai dirigenti dell’intelligence degli Stati Uniti d’America e della sicurezza nazionale circa il Coronavirus. In particolare, si starebbe verificando la possibilità che il Covid-19 non sia nato, come si è sostenuto finora, in un mercato, bensì in un laboratorio di Wuhan, e che abbia poi iniziato a diffondersi a causa di un incidente scientifico non comunicato. La stessa CNN sottolinea come ogni discorso in merito sia prematuro, ma nelle scorse ore era trapelata un’altra notizia, secondo cui, nel 2018, i diplomatici USA a Pechino rimarcarono con forza le gravi e urgenti carenze presenti presso il laboratorio virologico orientale.