Gli ultimi dati aggiornati riguardanti l’epidemia da coronavirus negli Usa, come si evince dalla mappa della John Hopkins University, raccontano di ben 91.921 morti da inizio emergenza, con l’aggiunta di un milione, 528mila e 566 casi di infetti. Non accenna a diminuire la pandemia negli Stati Uniti, visto che, nelle ultime 24 ore si sono registrate altre 1.500 vittime, fotografia di un bilancio a dir poco drammatico. Secondo le proiezioni del Forecast Hub della University of Massachusetts, entro metà giugno i decessi in America del nord potrebbe sfondare quota 110mila, per l’esattezza 113.000, se dovessero continuare su questo ritmo: “La nuova previsione sui decessi Usa entro il 13 giugno – si legge sul sito web dedicato – è di circa 113.000, con il 10% di possibilità che siano meno di 107.000 e il 10% di possibilità che siano più di 121.000”. Una previsione derivante anche dalle possibili riaperture che continueranno oltre oceano, nonostante i morti e i casi non accennino a diminuire.



CORONAVIRUS USA, TRUMP DIFENDE LA CURA CON IDROSSICLOROCHINA

Intanto ha fatto molto discutere la decisione del presidente Donald Trump di iniziare una cura a base di idrossiclorochina, uno dei farmaci utilizzati in questi mesi per contrastare l’epidemia di coronavirus. Il tycoon, durante una conferenza stampa avvenuta ieri alla Casa Bianca, ha spiegato che “Sull’idrossiclorochina ci sono grandi studi dell’Italia”, e che il farmaco “non fa male” e che “non sembra avere alcun impatto su di me, mi sento come prima”. Secondo lo stesso commander in chief, gli studi che considerano dannosa l’idrossiclorochina sono “falsi” e politicamente motivati “contro l’amministrazione”. Trump ha spiegato altresì che sarebbe disposto a “riaprire i collegamenti con l’Unione europea ma solo se in sicurezza”, commentando anche in maniera ottimistica i dati dell’epidemia “con i numeri che scendono in tutti gli Usa”. Nonostante Trump dispensi ottimismo, il Pentagono si starebbe già preparando alla possibilità che la pandemia possa durare per un altro anno, indicativamente fino all’estate del 2021. E’ infatti emerso un documento della Difesa in cui si legge: “Abbiamo una lunga strada davanti a noi con la reale possibilità di una ripresa del Covid-19. Pertanto dobbiamo rifocalizzare la nostra attenzione nel riprendere missioni cruciali, incrementando il livello di attività e lavorando alla necessaria preparazione nel caso dovesse esservi una ripresa importante del Covid-19 nel corso dell’anno”.

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