Ci sarebbe il primo caso di decesso di un bambino di età inferiore ad un anno negli Stati Uniti. La morte del piccolo sarebbe avvenuta in Illinois, come riferito dal governatore dello Stato J. B. Pritzker. “Non si è mai registrata prima d’ora una morte di un bimbo per il virus, sulla vicenda è stata avviata un’indagine” ha spiegato poi il responsabile della sanità dell’Illinois, Ngozi Ezike. Si vorrà valutare un’eventuale negligenza che possa aver portato il piccolo a perdere la vita per complicazioni, in caso di conferma si tratterebbe del primo caso al mondo di un bimbo di meno di 12 mesi ucciso da un’infezione da covid-19. Un caso che ribalterebbe la convinzione di una malattia più leggera in ogni caso per i bambini, com’era finora avvenuto con la stragrande maggioranze dei piccoli infettati che non aveva avuto nessun tipo di complicazione, pur restando importanti vettori del contagio. In ogni caso nessuno dei bambini malati aveva rischiato la vita fino a questo primo caso americano. (agg. di Fabio Belli)
CORONAVIRUS USA: OLTRE I 110.000 CASI
Gli ultimi aggiornamenti sull’epidemia di Coronavirus negli Usa ci parlano di almeno 111.980 casi, secondo quanto riferisce la CNN. Nelle ultime ore anche il Rhode Island ha fatto i conti con i primi morti dovuti a Coronavirus, di conseguenza solamente in tre Stati ancora non si sono avuti decessi causati dal Covid-19: si tratta di Hawaii, West Virginia e Wyoming. In totale, il numeri delle persone morte per Coronavirus negli Stati Uniti secondo gli ultimi dati disponibili è pari a 1858, comprendendo in questo numero i 50 Stati, il District of Columbia della capitale Washington, altri territori di sovranità statunitense e anche casi di americani ammalati altrove che sono rimpatriati negli States. La situazione più critica è senza dubbio quella dello Stato di New York, che guida la triste classifica sia dei casi totali (52.318) sia dei morti, che sono 728. Il vicino New Jersey è al secondo posto per numero di contagiati (8825), seguito dalla California a quota 3801, mentre per numeri di morti il triste podio è completato dallo Stato di Washington sulla costa pacifica (175) e dalla Louisiana, che conta 127 decessi. (Aggiornamento di Mauro Mantegazza)
CORONAVIRUS USA: UOVA INUTILI PER VACCINO
Negli Stati Uniti ci sono uova “salvavita” nascoste in fattorie segrete. Poche persone conoscono dove vengono conservate, per ragioni di sicurezza nazionale. Ci sono guardie e sistemi di sicurezza finanziati dal governo per milioni di dollari per trasportarle e proteggerle. Ma cosa hanno di speciale queste uova per gli Usa? Non sono di certo per la colazione. Vengono usate per la produzione di vaccini antinfluenzali. Ne parla CNN in un report in cui si evidenzia il fatto che questo grande investimento è inutile per il coronavirus. Questa enorme riserva di uova non è infatti di aiuto per la realizzazione di un vaccino contro Sars-CoV-2. Il motivo lo rivela il professor John Nicholls dell’Università di Hong Kong: il nuovo coronavirus non è in grado di replicarsi all’interno delle uova come avviene invece con i virus influenzali. Ma c’è un altro aspetto, più generale, che va valutato: alcuni virus mutano, quindi il vaccino prodotto con questo metodo più “tradizionale” può rivelarsi meno efficace. Per questo il presidente Donald Trump ha firmato un ordine esecutivo nello scorso settembre con cui ha chiesto alle agenzie sanitarie di espandere l’uso di metodi alternativi di produzione di vaccini.
CORONAVIRUS USA E LA “BEFFA” DELLE GALLINE PER VACCINI
Ci sono ceppi di virus che non possono “incubare” all’interno delle uova. Sars-CoV-2 è uno di questi, come precisato da Leo Poon, capo del laboratorio di scienze della salute pubblica dell’Università di Hong Kong. Un altro aspetto non trascurabile è la “vulnerabilità” delle galline, pensiamo all’influenza aviaria, la pandemia di H5N1 che ha ucciso tantissime galline. Stando a quanto riportato dalla CNN, che cita l’Organizzazione mondiale di sanità (Oms), 20 potenziali vaccini contro il coronavirus sono in fase di sviluppo. Nessuno di questi usa le uova. Una “beffa” per una nazione che investe ingenti risorse sulle uova. Alcuni di questi vaccini comunque sono mRNA, che indirizzano le cellule a produrre proteine per prevenire o combattere la malattia usando una molecola, l’acido ribonucleico. Altri vaccini invece usano la tecnologia del Dna ricombinante che produce una corrispondenza genetica con le proteine del virus e può quindi produrre rapidamente una risposta. Anche le aziende farmaceutiche che tradizionalmente producono vaccini antinfluenzali a base di uova stanno modificando strategia: Sanofi Pasteur, ad esempio, a febbraio ha annunciato che sta lavorando ad un vaccino per il coronavirus senza usare uova.