Gli USA per l’Oms potrebbero diventare il nuovo epicentro dell’epidemia di Coronavirus, dunque naturalmente è scattato l’allarme sia dal punto di vista più strettamente sanitario sia per quanto riguarda le conseguenze economiche della pandemia. Repubblicani e democratici hanno trovato l’accordo su duemila miliardi di dollari di investimenti per rilanciare l’economia, mentre la curva di contagi cresce come in Europa. L’accordo comprende 500 miliardi di dollari per garantire liquidità alle grandi corporation attraverso la Fed, 367 miliardi per un programma di prestiti alle piccole imprese, 100 miliardi per gli ospedali, 150 miliardi per gli stati e le amministrazioni locali e infine i fondi per l’assegno da 1200 dollari per tutti i contribuenti con un reddito inferiore ai 75mila dollari. Le negoziazioni sono andate avanti per giorni, ma hanno permesso di lanciare “il pacchetto di salvataggio più ingente della storia americana” come lo ha definito il democratico Chuck Schumer, leader della minoranza al Senato che ha lavorato al piano con il ministro del Tesoro Steven Mnuchin. Tutto questo mentre il presidente Donald Trump si dice ottimista e già da Pasqua vorrebbe riaprire tutto: un’ipotesi che però la comunità scientifica crede irrealizzabile. (Aggiornamento di Mauro Mantegazza)
CORONAVIRUS USA: LA SITUAZIONE
Il Coronavirus sta flagellando anche gli USA, che rappresentano la terza nazione del mondo più colpita in termini di contagi. I numeri, del resto, sono sconcertanti: i casi sono raddoppiati in due giorni, raggiungendo quasi quota 53mila, con più di 700 pazienti deceduti. Nella sola giornata di martedì 24 marzo 2020, in America sono morte 163 persone e l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha annunciato che gli Stati Uniti sono – purtroppo – sulla buona strada per seguire l’Italia e la Cina e divenire il prossimo epicentro del virus. Anche nell’ottimistico briefing di Donald Trump alla Casa Bianca, i suoi stessi funzionari hanno chiesto a chiunque fosse stato recentemente a New York di mettersi immediatamente in quarantena volontaria. Nel frattempo, almeno 15 stati e 30 Comuni a stelle e strisce hanno ordinato a più di 166 milioni di persone, ovvero il 51% del totale della popolazione americana, di rimanere nelle proprie case e di rispettare tutte le misure preventive ordinate dal Governo e suggerite dall’OMS.
CORONAVIRUS USA: NEW YORK IN GINOCCHIO
Il quadro generale negli USA è dunque evidentemente critico, ma a New York, se possibile, lo è ancora di più. Il governatore Andrew Cuomo ha paragonato il Covid-19 a un “treno di proiettili” e ha comunicato nelle scorse ore che altri concittadini sarebbero presto morti a causa della carenza di ventilatori. Ha inoltre asserito che l’apice dell’epidemia in città sarà raggiunto nel giro di 14-21 giorni e ha lanciato frecciate al vetriolo neppure troppo velatamente in direzione del Governo federale, reo, a suo dire, di non aver attinto alle riserve economiche per sovvenzionare l’acquisto dei ventilatori polmonari necessari. “Non abbiamo appiattito la curva e questa sta effettivamente aumentando”, ha chiosato Cuomo, avvertendo New York è stato il “canarino nella miniera di carbone” per quello che sarebbe successo nel resto del Paese. I funzionari sanitari, intanto, cercano disperatamente di controllare la diffusione del virus per alleviare l’attesa ondata di infezioni che potrebbe travolgere il sistema ospedaliero e incrementare ulteriormente il numero dei decessi.