Ricordate l’ormai triste e famoso messaggio di Boris Johnson che avvisava i cittadini inglesi in epoca di Coronavirus? “Preparatevi a perdere i vostri cari” diceva il premier da Londra – poi lui stesso è stato ricoverato in ospedale con sintomi da Covid-19 – parlando dell’immunità di gregge, ovvero la teoria secondo la quale il metodo più efficace per combattere e sconfiggere la pandemia sarebbe stato quello di far infettare le persone in modo che si sviluppassero gli anticorpi. Ecco: anche Donald Trump, secondo una ricostruzione del Washington Post, avrebbe avuto la stessa idea ma sarebbe poi stato consigliato a non procedere. Una fonte ha infatti rivelato come il presidente degli Stati Uniti tempo fa si fosse informato sugli effetti dell’immunità di gregge, chiedendo specificamente perché non si potesse procedere.
CORONAVIRUS, USA VOLEVANO IMMUNITA’ DI GREGGE?
A novembre Donald Trump sarà chiamato alle elezioni per la conferma alla presidenza; naturalmente la gestione della crisi lanciata dal Coronavirus rappresenterà uno dei temi principali sullo scontro con il suo avversario Joe Biden, del resto la pandemia è stata una novità assoluta per tutti i leader politici che, più o meno bene (e a volte questo dipende anche dal parere soggettivo del singolo) stanno provando a rispondere con i loro mezzi per porre termine ad un lock down che ormai è una realtà in quasi tutto il mondo. Ecco: una fonte anonima avrebbe raccontato al Washington Post come Trump abbia interpellato Anthony Fauci, massimo esperto americano di malattie infettive e suo consulente, circa l’immunità di gregge. “Perché non lasciamo inondare il Paese?” avrebbe chiesto il presidente, sentendosi rispondere che “molte persone morirebbero”.
L’argomento è molto delicato, e forse va anche al di là dell’iniziale sgomento per l’idea di lasciar morire le persone. Anche in Italia, secondo i racconti arrivati da alcuni – tanti – ospedali, si arrivava di fatto a dover decidere chi curare e chi lasciare a se stesso (detto male, ma giusto per rendere il concetto) in mancanza di adeguati mezzi e risorse. Sia come sia, ci sono state subito differenze nell’approccio tra l’immobilismo generale, pur dettato dalla volontà di debellare la pandemia, e i grandi sforzi profusi da medici e personale sanitario nel provare a fermare il contagio e, soprattutto, curare quanta più gente possibile. Negli Stati Uniti alla fine si è deciso di procedere con l’immunità di gregge ma la situazione è comunque drastica, ce lo raccontano i numeri; al di là della “posizione” singolarmente presa nel dibattito, la speranza è naturalmente che anche oltre oceano il Coronavirus possa presto recedere, fino a diventare un ricordo sia pure tragico e del tutto concreto.