È uno degli interrogativi più gettonati tra la popolazione mondiale: quando sarà pronto il vaccino contro il Coronavirus? Difficile fornire una risposta permeata da assoluta certezza, anche se uno studio elaborato negli USA e condotto da due ricercatori dell'”Icahn School of Medicine at Mount Sinai” di New York, che rispondono ai nomi di Fatima Amanat e Florian Krammer, ha provato ad analizzare nel dettaglio la situazione, all’interno di uno studio approfondito, riportato anche sul portale Cell.com. “I vaccini si stanno sviluppando rapidamente, ma probabilmente arriveranno troppo tardi per rendere vana la prima ondata di una potenziale pandemia – dichiarano i due nel testo –. Ciononostante, si possono trarre insegnamenti critici per lo sviluppo di vaccini contro i virus rapidamente emergenti. È importante sottolineare che i vaccini contro il Covid-19 saranno essenziali per ridurre la morbilità e la mortalità se il virus continuerà a stazionare fra la popolazione”.



CORONAVIRUS, IL PUNTO SUL VACCINO: “LO SVILUPPO PUÒ RICHIEDERE ANNI”

Amanat e Krammer, nel documento divulgato, rimarcano che lo sviluppo di vaccini per uso umano può richiedere anni, soprattutto quando vengono utilizzate nuove tecnologie che non sono state ampiamente testate sotto il profilo della sicurezza o che non sono state sottoposte a verifiche per la produzione di massa. “La CEPI (Coalition for Epidemic Preparedness Innovations) ha assegnato fondi per la ricerca ad attori altamente innovativi nel settore e molti di loro riusciranno probabilmente a realizzare un vaccino contro il Coronavirus”, asseriscono gli esperti statunitensi. Qual è, dunque, l’ostacolo? Nessuna di queste aziende e istituzioni possiede una struttura consolidata per portare un tale vaccino a studi clinici in fase avanzata, che consentano la concessione di licenze da parte delle agenzie di regolamentazione. Inoltre, attualmente non hanno neanche la capacità di produrre il numero di dosi necessarie. Qual è, ad oggi, il vaccino in fase più avanzata? “Un vaccino a base di mRNA, che esprime l’antigene target nel vaccino dopo l’iniezione di mRNA incapsulato in nanoparticelle lipidiche, co-sviluppato da Moderna e dal Centro di Ricerca sul Vaccino presso gli Istituti Nazionali di Sanità, sul quale è stato recentemente avviato uno studio clinico di fase I”.

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