La metropoli cinese di Wuhan ha deciso di rivedere per eccesso il numero dei morti da coronavirus. E così che nelle ultime ore è stato comunicato un balzo delle vittime da covid-19 di 1.290 unità. In totale, i morti per l’epidemia nella città da cui sarebbe partita la pandemia globale, sarebbero quindi 3.869. Rivisti al rialzo anche i casi di positività, che con l’aggiunta di 325 infetti sono ora saliti a quota 50.333. Le nuove cifre sono state comunicate dal quartier generale municipale impegnato nella prevenzione e nel controllo del virus, che a corredo di questi numeri ha aggiunto in una nota: “la revisione è conforme a leggi e regolamenti, e al principio di essere responsabili verso la storia, le persone e i defunti”. Come si spiega questo incremento a circa tre mesi dallo scoppio dell’epidemia? Semplicemente le autorità di Wuhan hanno fatto sapere che nella primissima fase dell’emergenza, quella di gennaio, non erano stati considerate le persone che erano morte in casa, nella propria abitazione.



CORONAVIRUS WUHAN, VITTIME RIVISTE “RESPONSABILITA’ VERSO LA STORIA”

I medici si erano infatti concentrati solamente sulla cura dei pazienti ricoverati negli ospedali, e meno nella segnalazione degli effettivi decessi da covid-19. Inoltre, alcune strutture sanitarie in cui erano ricoverati i primi pazienti da coronavirus a dicembre/gennaio, non avevano comunicato tempestivamente i dati riguardanti i deceduti e quindi i positivi, oltre all’aggiunta di cartelle cliniche sbagliate o comunque incomplete. Insomma, come è prevedibili in questi casi, c’è stata una confusione iniziale nell’affrontare l’epidemia, e che ha trovato la Cina impreparata a gestire un’emergenza di questa portata. La nota di cui sopra, aggiunge che la revisione è stata fatta per mostrare «la responsabilità nei confronti della storia, delle persone e delle vittime», nonché per garantire «una diffusione aperta e trasparente delle informazioni e dell’accuratezza dei dati». La città di Wuhan ha registrato i primi casi di contagio a dicembre del 2019, poi il 23 gennaio è stata messa in quarantena, e infine, l’8 aprile, è stata “riaperta”.

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