Nei mesi pre e post lockdown non sono mancate da parte degli Stati Uniti d’America e del presidente Donald Trump le accuse rivolte alla Cina di aver celato al resto del mondo importanti informazioni in merito alla pandemia di Coronavirus divampata tra la fine del 2019 e l’inizio del 2020. In particolare, secondo quanto scoperto dall’intelligence a stelle e strisce e pubblicato sulle colonne dell’autorevole testata “New York Times”, le autorità locali di Wuhan, la città da cui tutto ha avuto inizio, avrebbero volontariamente nascosto dettagli e informazioni sul Covid-19 al Governo centrale pechinese. Il report sottolinea che l’insabbiamento sarebbe durato per settimane e settimane e che le autorità di Wuhan non avrebbero detto nulla in quanto temevano rappresaglie.
CORONAVIRUS, COLPA DI WUHAN?
Rispetto a quanto evidenziato nei mesi scorsi da Trump, la situazione sarebbe particolarmente complessa e la sua responsabilità non sarebbe da imputare direttamente al presidente del Paese del Dragone, Xi Jinping, il quale non avrebbe avuto informazioni circa il pericolo reale connesso al virus. Il “New York Times” sottolinea dunque la bontà delle “critiche dell’amministrazione Trump alla Cina”, ma aggiunge “prospettiva e contesto alle azioni e all’inerzia che ha creato la crisi globale”. Non del tutto esatte, però, le critiche mosse al Governo della nazione orientale da parte del tycoon, dal momento che la responsabilità della diffusione del Covid-19, qualora siano corrette le ricostruzioni eseguite dall’intelligence americana, sarebbe interamente da imputarsi al mutismo di Wuhan.