Corrado Formigli torna questa sera, 26 marzo, con il suo Piazzapulita pronto a raccontare ai telespettatori de La7 l’evolversi dell’emergenza coronavirus assieme ad esperti, voci della politica e giornalisti. Prima di tornare in scena, il conduttore ha rilasciato un’intervista a La Stampa attraverso la quale espone idee e conseguenze di questo periodo storico particolarmente difficile. “Noi che facciamo il mestiere di giornalista ci siamo riappropriati della possibilità di raccontare, – ammette Formigli, che parla di una vera e propria guerra – Per uno come come me che per tanti anni ha fatto l’inviato di guerra, quella con le bombe, adesso che dobbiamo affrontare questa emergenza, mi trovo a mio agio nel raccontare la guerra al virus.” D’altronde, sottolinea, le dinamiche sono le medesime: “la paura, le precauzioni, il lavoro di scavo per capire le responsabilità e riportare ciò che non viene raccontato ufficialmente.”



Corrado Formigli sul Coronavirus: “Una guerra più comoda di quella dei nostri nonni ma insidiosa”

Per Corrado Formigli in una situazione come questa il giornalismo, quello vero e serio, può davvero fare la differenza. Uno show come piazza pulita – che peraltro stasera ospita volti come il direttore scientifico dell’Humanitas Alberto Mantovani, Matteo Salvini, Beppe Fiorello e il presidente di Confindustria Vincenzo Boccia – ha il potere di incidere sulla formazione dell’opinione pubblica e Formigli lo sa. “Il giornalismo non è solo riportare fedelmente i fatti ma è anche partecipare a ciò che accade. Perché noi ne siamo parte.” ammette. Tiene tuttavia a precisare che quella che stiamo attraversando pur essendo “Per certi versi è una guerra più comoda di quella vissuta dai nostri nonni, che non avevano da mangiare, non avevano il divano, web e tv per trascorrere il tempo. – è al contempo – più insidiosa perché il nemico è invisibile e ancora sconosciuto. E poi le conseguenza sono ancora incalcolabili.”



Corrado Formigli bacchetta il presidente Giuseppe Conte

Formigli ha però da ridire anche sulla gestione che Giuseppe Conte ha avuto di questa emergenza. “La premessa doverosa è che nessuno prima di Conte si era mai trovato a gestire una situazione come questa. – esordisce il conduttore, che tuttavia poi attacca – Detto ciò, ci sono stati troppi comunicati, troppe conferenze stampa notturne che ci hanno lasciato in ansia e un po’ in confusione, e c’è stata l’assenza di un discorso di verità: è come se prima ci avessero indorato la pillola per poi tenerci tutti in ansia.” Così conclude: “Insomma, vorrei un presidente del Consiglio che ci dicesse esattamente come stanno le cose, che non sappiamo bene quanto durerà e che non indulgesse in un ottimismo di facciata.”

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