LO SCONTRO CON LA MAGISTRATURA E IL RETROSCENA DEL “MESSAGGERO” SULLE PAROLE DI CROSETTO

Come ha spiegato più volte in queste ore il Ministro della Difesa Guido Crosetto, è sua assoluta intenzione quella di riferire del presunto “complotto” di gruppi di magistrati contro il Governo, tanto al Copasir quanto alla Commissione Antimafia (ma non in Parlamento in un primo momento vista la «riservatezza delle notizie da verificare»). Come avvenne in estate con la famosa “nota di Palazzo Chigi” contro la magistratura, l’intervista nel weekend al “Corriere della Sera” del Ministro Crosetto sollevano un’altissima tensione nel rapporto già delicato tra magistratura ed esecutivo.



«Questo governo può essere messo a rischio solo da una fazione antagonista che ha sempre affossato i governi di centrodestra: l’opposizione giudiziaria. Non mi sorprenderebbe, da qui alle Europee, che si apra una stagione di attacchi su tale fronte»: queste le frasi usate dal co-fondatore di FdI, “incriminate” dalle opposizioni che ne chiedono le dirette prove prima di sollevare presunti “complotti” dal mondo della magistratura contro il Governo Meloni. Sul “Messaggero” oggi il retroscena a firma Francesco Malfetano prova a mettere ordine nelle tante “voci” emerse in questi giorni su presunte riunioni di correnti dei giudici dove sarebbero partiti attacchi inusuali contro l’esecutivo. Palermo e Napoli, queste sarebbero secondo il collega del “Messaggero” le riunioni rispettivamente di “Area” e “Magistratura Democratica” alle quali si riferirebbe Crosetto nelle sue informative.



“NON C’ENTRANO I DOSSIERAGGI SU CROSETTO”: GLI SCENARI ATTUALI

Nel vertice di Area a Palermo sarebbe una fonte vicina al Ministero della Difesa a confermare al “Messaggero” l’intento di costituire «una funzione anti-maggioritaria della magistratura a questo Governo»: in particolare, Crosetto si riferirebbe – invoca il quotidiano romano – al discorso fatto a Palermo da Stefano Musolino, segretario nazionale di “Magistratura Democratica”, ovvero quando disse «C’è una evidente insofferenza verso l’indipendenza della magistratura e la sua fisiologica costituzionale funzione anti-maggioritaria a tutela dei diritti fondamentali».



Dal vertice di settembre a Palermo si passa poi a novembre a Napoli, con questa volta coinvolta direttamente Magistratura Democratica: in un documento citato dal “Messaggero” e letto durante il congresso campano dall’associazione “Medel” (Magistrats européens pour la démocratie et les libertés) si trova scritto «C’è il rischio di una deriva verso ciò che è stato osservato in altri contesti, come la Polonia, dove le campagne pubbliche sostenute dai politici per screditare i giudici sono state utilizzate per promuovere riforme, che hanno portato a uno stravolgimento dello Stato di diritto e dell’indipendenza della magistratura». Come nota sempre il “Messaggero”, questi discorsi – come pure quello del direttore della rivista di Md, Nello Rossi, che scrive in un editoriale «abbiamo una funzione di garanzia che non può essere assunta da un magistrato burocrate» – sono tutt’altro che “carbonari” o comunque frutto di complotti segreti, più che altro però evidenziano il ruolo di contrapposizione che parte della magistratura interpreta (non da oggi) verso gli ambienti politici del Centrodestra. Quello che pare certo al momento è che l’eventuale attacco di parte della magistratura contro i vertici dello Stato non coinvolga i presunti “dossieraggi” sullo stesso Ministro della Difesa negli scorsi mesi. Resta ora da capire le prossime mosse delle Commissioni che potrebbero convocare Crosetto e sentire tutto il materiale in suo possesso, prima di eventualmente intervenire in merito con il Csm e l’Associazione Nazionale Magistrati.