Francesco Rocca, presidente della Croce Rossa Italiana e della Federazione internazionale Croce Rossa, è intervenuto in qualità di ospite ai microfoni di “Storie Italiane”, trasmissione di Rai Uno condotta da Eleonora Daniele e andata in onda nella mattinata di oggi, venerdì 4 marzo 2022. L’avvocato ha esordito sottolineando che “l’accordo sui corridoi umanitari è stato raggiunto, ma questo aspetto può essere letto anche in chiave negativa, come un’escalation dell’attività militare al termine del ‘cessate il fuoco’. Peraltro, gli aiuti e il cibo non riescono ad arrivare nelle zone teatro degli scontri. Ci sono i materiali, ma si fatica a farli giungere a destinazione e questo non va bene: in guerra va garantito l’accesso a questi beni”.
Una barriera che la Croce Rossa Italiana sta chiedendo a gran voce da giorni di abbattere e si augura che “si faccia in fretta, in quanto in alcune città il problema della carenza di cibo è serio. Non si riuscirà a fare uscire centinaia di migliaia di persone in maniera ordinata in poco tempo e questa operazione militare non sta dando sicurezze. Non sappiamo dove allestire gli ospedali da campo, non si riesce a portare sollievo alle famiglie innocenti che si sono ritrovate coinvolte nel conflitto”.
FRANCESCO ROCCA: “DIRITTO UMANITARIO RIPETUTAMENTE VIOLATO”
Nel prosieguo di “Storie Italiane”, il presidente CRI, Francesco Rocca, ha rivelato: “Ieri parlavo con il nostro capo-missione in Ucraina, recatosi in loco per consegnare questi beni, e lui mi raccontava la desolazione di quei territori. C’era il deserto, la gente si incamminava a piedi verso i luoghi di frontiera”. La guerra di per sé è “devastante nei contesti urbani. Il dolore che queste immagini provocano dentro di noi si ripete dinnanzi a ogni conflitto. Da anni stiamo denunciando le violazioni del diritto umanitario e per questo stiamo chiedendo in maniera angosciata l’apertura di corridoi umanitari”.
In merito all’offensiva andata in scena nella notte appena archiviata (colpita la centrale nucleare di Zaporizhzhia, ndr), Rocca ha spiegato: “In questo caso sembra che ogni rischio sia scongiurato. Certo, un attacco a una centrale nucleare sarebbe un disastro. Si tratta di infrastrutture protette dal diritto internazionale e che andrebbero preservate. Non essendo obiettivi militari, bersagliare quelle strutture significa colpire la popolazione e violare i diritti umani”.