Una lunga nota vede intervenire a caldo dopo le indagini sul suo conto il Governatore della Regione Calabria, Mario Oliverio: respinge tutte le accuse e contesta un accanimento politico e mediatico della magistratura «fin dal primo giorno del mio insediamento». Corruzione e turbativa d’asta sono i due capi d’accusa notificati al Presidente in quota Pd che lamenta una particolare “attenzione” da parte delle inchieste dei pm: «sono quanto mai certo che anche in questa occasione nessun giudice condividerà una impostazione accusatoria che intravede sospetti di reato in normali condotte di natura politica, nel senso aristotelico del termine» scrive Oliverio nella nota, che aggiunge un dato sintomatico per lui fondamentale «un’indagine iniziata a fine 2014, ovvero il giorno stesso del mio insediamento alla guida della Regione e che si è, guarda caso, conclusa verso la fine dello stesso, nel 2019». Per il Governatore calabro questo ennesimo avviso di garanzia lo porta ad esprimere «profonda amarezza per quanto mi sta accadendo», non potendo in alcun modo accettare di essere additato come il promotore di «una associazione per delinquere con lo scopo di competere una serie indeterminata di delitti contro la Pubblica Amministrazione». In conclusione, Oliverio spiega che intende dimostrare la sua totale estraneità, «l’unico modo come uomo, politico, cittadino che mi resta per contrastare questa feroce gogna cui sono sottoposto dal primo giorno del mio insediamento».



INDAGATO IL GOVERNATORE OLIVERIO

Dalla Lombardia alla Calabria, la giornata del 7 maggio verrà ricordata come quella del doppio scandalo corruzione nella politica locale delle due Regioni italiane: il Governatore calabro Mario Oliverio (Pd), assieme al sindaco di Cosenza Mario Occhiuto (Forza Italia) e aspirante candidato Presidente, all’ex consigliere regionale Pd Nicola Adamo e altre 17 persone risultano indagati dalla Procura di Catanzaro per reati di vario titolo tra cui associazione a delinquere, frode nelle pubbliche forniture, corruzione e turbative d’asta. Nuovo terremoto nella Regione Calabria dopo il recente scandalo sanità e dopo che già lo scorso dicembre Oliverio venne indagato sia per appalti pubblici che per ipotesi di corruzione con tanto di obbligo di dimora imposto sempre dalla Procura di Catanzaro. In questa ultima tornata di indagini, a tutte le persone sotto inchiesta sono stati notificati gli avvisi di garanzia da Guardia di Finanza e Carabinieri: di nuovo al centro delle ricerche per le forze dell’ordine è la vicenda in merito ai nuovi investimenti per la città di Cosenza, dal nuovo ospedale alla metropolitana di superficie fino al museo di Alarico.



TERREMOTO IN CALABRIA: CORRUZIONE IN APPALTI

Secondo quanto riporta Repubblica, Oliverio e Adamo sarebbero coinvolti nel secondo filone dell’inchiesta “Lande Desolate” per esplicita corruzione per atto contrario ai doveri d’ufficio, «aggravata dalla finalità di stipula di contratti e corruzione di persona incaricata di un pubblico servizio». Nello specifico, spiegano sempre i colleghi dI Rep, nel 2016 il Governatore calabro assieme ad Adamo e Bossio avrebbe stretto un “accordo illecito” per rallentare i lavori con il direttore Francesco Tucci e l’imprenditore Giorgio Ottavio Barbieri. Tali elementi in realtà erano già emersi quasi tutti nel primo filone emerso a fine dicembre e ora bisognerà comprendere in che modo l’evoluzione delle inchieste sia giunto fino alle novità di giornata e come gli appalti per i nuovi servizi di Cosenza siano ancora legati ai lavori per Piazza Billotti sempre nel Comune cosentino.

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