Continua lo scandalo della corruzione in Puglia con una nuova inchiesta che ha stretto le manette attorno a cinque indagati, tra cui anche l’ex assessore alle Politiche abitative Alfonso Pisicchio e suo fratello Enzo, che nel 2015 corsero con la lista civica La Puglia con Emiliano, a sostegno del governatore Pd che oggi è al suo secondo mandato. Oltre all’ex assessore e al fratello sono state emesse altre tre misure cautelari contro Francesco Catanese, Giovanni Riefoli e Cosimo Napoletano: tutti, ad esclusione di quest’ultimo che è finito in carcere, condannati ai domiciliari.
Dopo il terremoto che si è creato dopo l’inchiesta aperta nei confronti di Anita Maurodinoia, insomma, i Dem in Puglia tornano a tremare, mentre i fratelli Pisicchio non hanno ancora rilasciato alcuna dichiarazione sull’accaduto. Da anni nessuno dei due era più parte della giunta regionale, mentre poco prima dell’ufficializzazione dell’arresto molti avevano trovato sospette le dimissioni dell’ex assessore dal ruolo che ricopriva da poche settimane nell’Arti, l’agenzia regionale per la tecnologia e l’innovazione. La giunta Emiliano ha nominato in fretta e furia il commissario commissario straordinario Cosimo Elefante per il ruolo, mentre Pisicchio ha giustificato le sue dimissioni con la volontà di “dedicarmi a tempo pieno alla mia carriera accademica” presso l’Accademia di Belle Arti in Puglia.
Corruzione in Puglia: quali reati hanno commesso i fratelli Pisicchio?
Numerosi i capi di imputazione a cui dovranno rispondere, nell’ambito dell’inchiesta in Puglia, i fratelli Pisicchio, con l’ex assessore accusato di corruzione per atto contrario ai doveri d’ufficio, corruzione per l’esercizio della funzione, truffa, truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche, falsità materiale, turbata libertà degli incanti. Contestualmente, le Fiamme gialle hanno disposto il sequestro, a carico degli imputati, di circa 800.000 euro, come corrispettivo per i contributi “pari ad almeno 156mila euro” ricevuti in contanti dal partito di cui faceva parte Pisicchio, ovvero Iniziativa democratica che, nelle regionali, finì nella civica La Puglia con Emiliano.
Secondo il Gip i domiciliari contro i due politici sono “l’unica misura proporzionale alla gravità degli addebiti adeguata a evitare il pericolo di reiterazione“. All’ex assessore si contesta di aver sfruttato la sua influenza “per una gestione clientelare del suo ruolo, con favoritismi per ottenere ritorni in termini di consenso elettorale” con assunzioni pilotate verso coloro che “assicurano il voto e che avevano militato nel suo partito”. Il fratello Enzo Pisicchio, invece, avrebbe assunto il ruolo di “esecutore delle direttive” al fine di “impedire di risalire al ruolo e al contributo di Alfonsino. Il sistema clientelare messo su in Puglia era fine, rileva il Gip, a “soddisfare un incontenibile appetito di utilità”, quali “pc, telefonini, mobilio per la casa, la finta assunzione di sua figlia, pagamento per mano di Riefoli della festa di laurea di sua figlia, ingenti somme di denaro contante”.