Serve una riforma fiscale in Italia per dare seguito alle misure del Decreto Rilancio. A chiederla è la Corte dei Conti attraverso il Rapporto di coordinamento sulla Finanza pubblica del 2020. I magistrati contabili hanno disegnato la mappa per gli interventi urgenti. Bisogna procedere con la riforma fiscale, completare il sistema di finanziamento delle amministrazioni territoriali, individuare meccanismi di uscita dal mondo del lavoro che siano certi e sostenibili, definire un progetto di assistenza sanitaria territoriale condiviso, su cui investire risorse adeguate e dandogli un assetto. Ma serve anche un piano di infrastrutture su cui orientare risorse pubbliche e private. Secondo la Corte dei Conti, a fronte dell’attuale recessione, bisogna riflettere sul’importanza degli investimenti pubblici e l’esigenza di un rilancio appropriato. «Solo attraverso un piano organico si potrà recuperare terreno su questo fronte – si legge nel Rapporto – e porre le basi, anche attraverso una forte spinta agli investimenti ed infrastrutture immateriali, alla crescita delle potenzialità di sviluppo che trova evidentemente una condizione di fondo nel rafforzamento della produttività totale dei fattori».



CONFINDUSTRIA “UN MILIONE DI POSTI A RISCHIO”

Intanto risuona il grido di allarme delle categorie. Si rischia la chiusura di 50mila attività, ma ancor più drastica è la previsione di Carlo Bonomi, neo presidente di Confindustria. «Si parla di qualcosa tra i 700 mila e un milione di posti di lavoro che sarebbero a rischio. Poi sono bloccati per decreto ma il rischio c’è», ha dichiarato, come riportato da Repubblica. Inoltre, a margine di un incontro in Fondazione Fiera Milano, ha aggiunto che lavoro e innovazione non possono essere creati per decreto, perché l’economia è qualcosa di diverso. «Quindi o noi liberiamo le risorse o non cresceremo come Paese. I posti di lavoro si creano se ci sono crescita e investimenti». Dure le critiche di Bonomi ai politici: «Vedo la classe politica, non parlo di Governo, molto concentrata sull’emergenza ma con zero visione e zero strategia su dove dobbiamo andare. Questo mi preoccupa molto». Non è mancato un commento sul Recovery Fund europeo: «Io non vorrei che ci illudessimo che questi fondi arriveranno domani mattina. Sarà un percorso lungo per averli e sarà soggetto a tantissime contrattazioni. Quindi il tema è come prenderemo quei soldi e come saranno spesi».

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