La Corte dei Conti lancia un monito: sarà arduo rientrare da debito 160% Pil. Intervento in audizione sulla proposta di Pnrr in commissione Bilancio della Camera, il presidente Guido Carlino ha messo in evidenza che sarebbe sbagliato considerare che la mancanza di un vincolo esterno all’espansione del debito pubblico «debba spingerci ad accrescerlo oltre i limiti fin qui prefigurati dai documenti programmatici».
Come riportato dai colleghi de Il Sole 24 ore, il numero uno della Corte dei Conti ha sottolineato: «Una parte delle rilevanti sovvenzioni dovrà essere restituita. Se i bassi tassi di interesse oggi favoriscono le condizioni di sostenibilità dell’indebitamento, l’assenza di tensioni inflazionistiche, anche prospettiche, farà venire meno uno dei fattori che nelle esperienze storiche hanno consentito di riassorbire, non senza effetti redistributivi, le grandi espansioni di debito pubblico».
CORTE DEI CONTI: “SERVE QUADRO DI AFFIDABILITÀ E CHIAREZZA”
La Corte dei Conti, attraverso il presidente Carlino, ha messo in risalto che nel corso delle prossime settimane sarà necessario un lavoro intenso perché il Pnrr «possa acquisire i richiesti elevati standard qualitativi e rendere chiari gli interventi sui quali ci si intende impegnare, per creare condizioni durature di uno sviluppo economico e sociale maggiore, più inclusivo e sostenibile». Il monito è chiaro: è necessario un quadro di affidabilità e completezza, sia perché le valutazioni degli organismi europei possano svolgersi senza ostacoli, sia per garantire un’efficacia gestione delle risorse in fase attuativa. La Corte dei Conti ha rimarcato che nel progetto manca il tema della promozione della concorrenza «sotto il profilo delle riforme strutturali, essenziali per la crescita, fatto salvo il riferimento generale aduna revisione della disciplina delle concessioni statali».