Torna di moda la patrimoniale. Dopo la proposta avanzata da alcune forze della ex maggioranza, la Corte dei Conti ha rilanciato il dossier. Intervenuto in audizione conoscitiva sulla riforma Irpef tenutasi alle commissioni congiunte Finanza di Camera e Senato, il presidente Guido Carlino ha evidenziato che «appare auspicabile intervenire con un nuovo prelievo patrimoniale, anche se non si volessero affidare al prelievo ulteriori finalità redistributive o di reperimento di risorse».
La Corte dei Conti punta dunque ad inserire la tassa nella prossima riforma del fisco e Carlino ha ricordato che «un nuovo prelievo patrimoniale è stato recentemente invocato come metodo per contrastare la disuguaglianza e in relazione alla copertura dei costi della pandemia». Un messaggio chiaro e diretto, che presumibilmente riaccenderà il dibattito sul dossier…
Corte dei Conti: “Patrimoniale è auspicabile”
La Corte dei Conti si schiera al fianco di chi invoca la tassa patrimoniale nella prossima riforma del fisco, dunque, ma lo stesso presidente Carlino ha messo in risalto alcune criticità. «Una valutazione preliminare dovrebbe riguardare la caratteristica del prelievo, che da reale potrebbe essere trasformato in personale», ha spiegato l’esperto, «considerando dunque ogni forma di patrimonio ed eventualmente la base familiare anziché individuale». Nel corso dell’audizione, il presidente della Corte dei Conti ha acceso i riflettori sul ceto medio, ricordando che negli ultimi mesi è stata registrata «una concentrazione quasi esclusiva del prelievo sui redditi da lavoro dipendente e pensione, evidenziando una serie di problematicità sia relativamente all’equità orizzontale, sia a quella verticale, molto sbilanciata su redditi medi e con inefficienze legate all’andamento irregolare delle aliquote marginali effettive».