Continua – ed aumenta esponenzialmente – la piaga degli infortuni sul lavoro, protagonista dell’ultima requisitoria della Corte dei Conti che è partita dal Rendiconto generale dello Stato del 2023 per mettere in luce gli “impropri – queste le parole esatte del procuratore generale Pio Silvestri – avanzi annuali” del Bilancio dell’Inail che “poco si concilia con il perdurante fenomeno infortunistico”. Prima di arrivare al parere di Silvestri e della Corte dei Conti che rappresenta, vale la pena fare un passetto indietro per recuperare le (preoccupanti) cifre degli infortuni sul lavoro e di quel gonfiatissimo Bilancio dell’Inail che dimostrerebbe uno scarso interesse sul problema da parte di chi dovrebbe vegliare ed assicurere agli infortunati i giusti indennizzi.
Secondo la relazione presentata dall’Istituto – citata nel dettaglio da AffarItaliani – emerge a gran voce che più del 90% (esattamente il 93,60) delle 9.276 aziende prese in esame nell’ultimo anno dimostrava irregolarità di vario tipo sulla sorveglianza e la prevenzione degli infortuni sul lavoro. La Corte dei Conti – sempre partendo dal Bilancio dell’Inail – ha anche sottolineato che lo scorso anno i lavori morti per malattie professionali sono stati 817; mentre le denunce per ‘infortunio con esito mortale’ erano ben 1.208 e – questo il dato in assoluto principe della rilevazione – gli infortuni sul lavoro complessivamente denunciati sono schizzati a 657.273: ben 134mila in più dell’anno precedente.
La Corte di Conti: “Gli avanzi del Bilancio Inail devono essere usati per risarcire gli infortuni sul lavoro”
Compresi i numeri di una piaga – quella degli infortuni sul lavoro – che ha sempre più l’aria di essere una vera e propria emergenza sociale, possiamo scendere nel dettaglio di quegli avanzi del Bilancio dell’Inail a cui faceva riferimento il procuratore generale della Corte dei Conti. In questo caso il punto di partenza – e ci riferiamo direttamente ai dati ufficiali – è un disavanzo economico pari a più di 1,8 miliardi di euro nel Bilancio dell’Inail del 2022 che si accompagna ad un avanzo finanziario di quasi il doppio (2,6 miliardi) e che secondo la Corte dei Conti non sarebbe giustificato a fronte del vero e proprio boom di infortuni sul lavoro.
Secondo Silvestri questi dati dimostrerebbero “l’urgente esigenza di rivisitazione dei meccanismi di finanziamento della prevenzione in chiave di pieno utilizzo delle risorse disponibili” con un’attenta e meticolosa revisione “delle procedure, al fine di ottenere una riduzione dei tempi di erogazione delle risorse” e un ampliamento del “numero di imprese e lavoratori beneficiari”. I riflettori – sempre secondo la Corte dei Conti – dovrebbero essere messi “sulle piccole imprese” che attualmente dimostrano importanti lacune “organizzative e tecniche” e il maggior numero di incidenti sul lavoro e che potrebbero beneficiare in larghissima parte degli avanzi del Bilancio Inail.