CORTE GIUSTIZIA UE RESPINGE RICORSO GIUDICE ITALIANO SU OBBLIGO VACCINI
La Corte di Giustizia Ue ha confermato la legittimità dell’obbligo vaccini per il personale sanitario imposto dal Governo Draghi durante il periodo emergenziale della pandemia da Covid-19: la Corte di Giustizia dell’Unione Europea ha di fatto respinto il ricorso presentato da un giudice italiano per il caso di una infermiera di Padova sospesa dalle proprie funzioni (con stop allo stipendio) perché non voleva adeguarsi all’obbligo vaccinale imposto.
I giudici Ue hanno dichiarato «irricevibile la domanda pregiudiziale di un giudice» che poneva l’eventuale incompatibilità con il diritto Ue dell’obbligo di vaccinazione per il personale sanitario. «Il giudice italiano “non identifica le disposizioni del regolamento di cui chiede l’interpretazione, ma fa riferimento unicamente ai principi di proporzionalità e di non discriminazione previsti dal regolamento», si legge nella sentenza giunta il 13 luglio dalla Corte di Giustizia Ue. È poi lo stesso tribunale europeo ad osservare che «il regolamento (sui certificati digitali Ue Covid , ndr) intende attuarli nell’intento di facilitare l’esercizio del diritto alla libera circolazione delle persone, stabilendo un quadro per il rilascio, la verifica e l’accettazione di certificati di vaccinazione, test e guarigione dal Covid-19».
“LEGITTIMO L’OBBLIGO DI VACCINAZIONE DEI SANITARI”: DA DOVE NASCE IL CASO
Nello specifico, il caso in questione presso la Corte di Giustizia Ue era stato sollevato dal giudice del lavoro di Padova a cui si era rivolta un’infermiera dell’ospedale universitario della stessa città sospesa dalle funzioni e dalla retribuzione per non aver rispettato l’obbligo di vaccinazione contro il Covid-19.
Dopo la violazione dell’obbligo, l’infermiera presso il reparto di neurochirurgia era stata sospesa dalle funzioni e senza più la retribuzione: come però confermato anche dalla sentenza della Corte Costituzionale che ha confermato la validità dell’obbligo vaccini per sanitari, anche la Corte Ue non ha ritenuto illegittimo la scelta del Governo italiano in quanto «non contrasta con il diritto europeo». L’infermiera aveva anche presentato allegato un certificato di guarigione da un’infezione da SARS-CoV-2: il giudice del lavoro di Padova si era rivolto alla Corte di Giustizia Ue in quanto dubitava della validità di quelle autorizzazioni all’immissione in commercio dei vaccini anti-Covid, sostenendo l’esistenza di «trattamenti alternativi efficaci e meno pericolosi per la salute umana». Medesima decisione era stata presa dalla Corte CEDU (diritti uomo) di Strasburgo respingendo il ricorso dei pompieri francesi contro l’obbligo vaccinale.