“INAMMISSIBILE AMNISTIA PER PUIGDEMONT”: COSA HA DECISO LA CORTE SUPREMA DI SPAGNA
Non ci sarà alcuna amnistia per il leader catalano di Junts per Catalunya, Carles Puigdemont: così ha deciso la Corte Suprema di Spagna, riunita a Madrid per dirimere la sentenza dopo la legge sull’amnistia dei politici catalani approvata dal Governo Sanchez (ampiamente “interessato” ai voti di Junts per poter far partire il terzo esecutivo a guida socialista). «Il giudice della Corte Suprema ha emesso oggi un’ordinanza in cui dichiara l’amnistia non applicabile al reato di appropriazione indebita nel caso contro l’ex presidente della Generalitat Carles Puigdemon», così si legge nel comunicato in arrivo da Madrid che rischia ora di terremotare il Governo di Pedro Sanchez, appena “salvato” dai risultati delle Europee con la tenuta del PSOE davanti di poco sul PP di Feijoo.
Dopo la decisione della Corte Suprema, di fatto, l’ex Governatore della Catalogna Puigdemont vede permanere in vigore il mandato d’arresto spiccato dopo le rivolte secessioniste del 2017 (con il referendum “farsa” represso dall’esercito spagnolo). Secondo il giudice di Madrid Pablo Llarena, gli atti illeciti imputati a Puigdemont e ai suoi due ex assessori del governo regionale tra il 2016 e il 2017 Antonio Comín e Lluis Puig
– tutti accusati di appropriazione indebita e malversazione – non possono essere inquadrati come eccezioni ammesse dall’amnistia approvata per legge negli scorsi mesi. Tale uso di fondi pubblici per organizzare il referendum ha comportato per i tre politici indipendentisti, scrive la Corte, un «beneficio personale caratterizzato da un marcato carattere patrimoniale, colpendo inoltre gli interessi finanziari dell’Unione Europea».
LA BOCCIATURA SU PUIGDEMONT RISCHIA DI TRAVOLGERE IL GOVERNO SANCHEZ: ECCO PERCHÈ IL FUTURO ORA È INCERTO
Per questi motivi se Puigdemont ancora oggi dovesse rientrare in Spagna – per il momento resta in esilio in Belgio – sarebbe ancora arrestato seduta stante e sottoposto a regolare processo: la proposta del Premier Sanchez per ottenere i necessari voti catalani in grado di far partire il Governo di sinistra PSOE-Sumar-Junts era proprio quella di una legge sull’amnistia che permettesse all’ex governatore della Generalitat di rientrare in Catalogna da uomo libero.
«La Toga Nostra», ha scritto Puigdemont su X scimmiottando la decisione giudiziaria della Corte Suprema come un atto di carattere “mafioso”: al momento è possibile presentare ricorso presso la Corte Costituzionale ma i tempi inevitabilmente si allungano e il Governo Sanchez, appoggiato e tenuto in piedi per pochi numeri proprio dai 7 parlamentari catalani, torna nel rischio caduta con l’avanzata dei popolari in accordo con Vox. Se quasi tutti ormai i politici catalani possono beneficiare della legge Sanchez, Puigdemont dopo questa sentenza non viene ammesso al “condono” e potrebbe a questo punto alzare ulteriormente la posta politica per mantenere il suo sostegno al Governo. Quello che era stato salutato dal Premier socialista come «il perdono è più potente del rancore», e successivamente definito dalle opposizioni un «colpo di stato contro la democrazia», oggi è nuovamente al centro della politica spagnola con un cortocircuito destinato ad avere molti e pesanti strascichi.
La Toga Nostra
— krls.eth / Carles Puigdemont (@KRLS) July 1, 2024