La legge statale che vieta la somministrazione di farmaci che bloccano la pubertà e terapie ormonali per la transizione di genere ai minori è valida: lo stabilisce la Corte Suprema del Texas, la cui decisione è passata con il voto di 8 giudici su 9. La sentenza di venerdì ha ribaltato quella di un tribunale di grado inferiore, con cui era stata bloccata la legge che impedisce ai medici di prescrivere alcuni farmaci per la disforia di genere ai minori trans, come ormoni e bloccanti della pubertà, e vieta di eseguire sui minori interventi chirurgici come mastectomie, pena anche la revoca della licenza medica. I genitori dei minori trans, insieme a gruppi di difesa della comunità LGBTQ, sostenevano che questo divieto violasse la Costituzione del Texas, impedendo ai genitori di prendere quelle che ritengono essere le migliori decisioni mediche per i loro figli, ma per la Corte Suprema questa argomentazione è insufficiente.



«Quando gli sviluppi della nostra società sollevano questioni nuove e precedentemente non considerate circa la linea di demarcazione appropriata tra l’autonomia dei genitori da un lato e l’autorità del legislatore di regolamentare la pratica della medicina dall’altro, la nostra Costituzione non rende il legislatore impotente a fornire risposte», ha scritto la giudice Rebeca A. Huddle nel parere della corte. Per i giudici, questa legge ha fatto «una scelta politica ammissibile e razionale di limitare i tipi di procedure mediche disponibili per i bambini, in particolare alla luce della relativa nascita della disforia di genere e delle sue varie modalità di trattamento». La Corte Suprema del Texas ha paragonato la legge ai limiti sul lavoro minorile e alle leggi che impediscono ai minori di farsi tatuare.



“LEGISLATORE PUÒ LIMITARE PROCEDURE MEDICHE”

La giudice Debra Lehrmann è stata l’unica ad esprimere dissenso, spiegando che il divieto di trattamenti accettati dai principali gruppi medici è «crudele», «incostituzionale» e vanifica anni di sforzi da parte della corte per sancire «una solida concettualizzazione dell’autonomia dei genitori». Infatti, questo diritto particolare dei genitori, cioè di prendere decisioni mediche potenzialmente salvavita per i figli, secondo la giudice «non rientra certamente nella stessa categoria dei tatuaggi, dell’uso del tabacco o persino del lavoro minorile». Inoltre, ha evidenziato l’impatto positivo delle terapie di genere sui minori trans, asserendo che «la Corte non riconosce la sfortunata realtà che procedure e trattamenti medici relativamente nuovi sono spesso le uniche opzioni disponibili per genitori amorevoli che cercano disperatamente di aiutare i loro figli».



Ma la Suprema Corte del Texas a maggioranza ha dichiarato che non si stavano pronunciando sul miglior corso di azione medica per una persona con disforia di genere, ma stavano determinando se la legge violasse la Costituzione del Texas. A tal proposito, la legge non priva i genitori di «alcun diritto costituzionalmente protetto né mina un’usanza radicata nella nostra storia o nelle nostre tradizioni», né costituisce una discriminazione sessuale che sarebbe incostituzionale. Il legislatore, quindi, può regolamentare il modo in cui viene praticata la medicina, facendo riferimento anche all’«espressa autorità costituzionale del legislatore di regolamentare la pratica della medicina», si legge nella sentenza.