Dagli Stati Uniti duro colpo per la lobby e gli attivisti delle armi. La Corte Suprema degli Stati Uniti ha infatti respinto il tentativo di abolire il divieto “bump stock”, dispositivi che potenziano i fucili semiautomatici rendendoli di fatto paragonabili a delle mitragliatrici, capaci di sparare centinaia di colpi al minuto.
Gli appelli per rimuovere il divieto erano stati avanzati dal lobbista delle armi dello Utah Clark Aposhian ed era stato sostenuto da numerosi attivisti appartenenti ai gruppi che rivendicano i diritti delle armi. Come prima reazione, riportano i media statunitensi, gli attivisti hanno affermato che la definizione legale di mitragliatrice è stata distorta e che quindi i tribunali non dovrebbero rinviare all’interpretazione dell’agenzia federale. Ma la Corte Suprema ha espresso la sua decisione sul potenziamento delle armi: il divieto di ricorrere ai “bump stock”, disposta dall’amministrazione di Donald Trump dopo una sparatoria di massa nel 2017, non sarà toccato. Quell’anno, a Las Vegas, un uomo di nome Stephen Paddock aveva utilizzato proprio questi dispositivi per aprire il fuoco durante un festival di musica country, uccidendo in questo modo 58 persone.
Corte Suprema Usa vieta potenziamento armi automatiche: lo dice la legge sulle mitragliatrici
Il problema delle sparatorie di massa, soprattutto nelle scuole, è una questione che flagella gli Stati Uniti da diverso tempo. Dalla sparatoria del 2017, il Bureau of Alcohol, Tobacco, Firearms and Explosives ha classificato i “bump stock” come vietati, riferendosi alla legge National Firearms Act del 1934 che regola l’uso delle mitragliatrici. Questi dispositivi funzionano sfruttando l’energia di rinculo di un’arma semiautomatica per consentire di sparare fino a centinaia di colpi al minuto.
La Corte Suprema degli Stati Uniti a giugno aveva però dichiarato che la Costituzione del Paese garantisce il diritto di un individuo di portare una pistola in pubblico per legittima difesa. Il tema delle armi da fuoco è quindi ancora molto controverso anche a livello istituzionale, in uno Stato che non sembra avere ancora trovato una direzione per affrontare la questione della violenza. Sempre nel mese di giugno, infatti, alcuni repubblicani si sono uniti ai democratici del Congresso per emanare la prima legislazione volta a ridurre le esplosioni di violenza da armi da fuoco. In quel caso, il motivo scatenante era stata la terribile sparatoria avvenuta in una scuola elementare a Uvalde, in Texas, dove erano morti 19 piccoli alunni e due insegnanti.