Che cosa dire a una persona che ha perso il lavoro a causa del Coronavirus? Il New York Times si pone questa interessante domanda circa una situazione che purtroppo è molto frequente e potrebbe diventarlo sempre di più con il progredire della crisi economica. Si pensi ad esempio alle tantissime attività che sono al momento bloccate a causa del lockdown ma che rischiano seriamente di non riuscire più a ripartire anche quando ciò sarà di nuovo possibile.



I licenziamenti sono comunque già ora realtà concreta per troppe persone, che si ritrovano “inutili” da un giorno all’altro, per di più bloccate dalla quarantena che logicamente rende difficilissimo trovare un altro lavoro. La redattrice dell’articolo racconta di quanto successo al suo compagno, licenziato con una lettera in cui si potevano leggere frasi come “la nostra prima preoccupazione è quella di proteggere i nostri membri e la loro salute”.



Già, la salute: negli Usa il licenziamento in genere significa anche l’addio alla fondamentale assicurazione sanitaria, il che rende il dramma ancora peggiore. Spontanea dunque la domanda: che cosa posso dire a chi ha perso il lavoro?

COSA DIRE A CHI HA PERSO IL LAVORO? IL DRAMMA DI CORONAVIRUS

A rigor di legge, non si può nemmeno cercare di consolarli con un abbraccio, considerate le norme di contenimento del Coronavirus imperniate sul distanziamento sociale – anche se magari, nel caso in cui capiti a una persona con la quale viviamo insieme 24 ore su 24 fra le stesse mura, un abbraccio male non farà. Anche questo è uno dei tanti effetti disumanizzanti del Coronavirus: sappiamo fin troppo bene che sono impossibili persino i funerali, oppure stare vicino a una persona cara ricoverata in ospedale.



Perdere il lavoro è un gradino sotto come gravità, certamente, ma resta una situazione che in periodi di crisi economica può essere devastante per la vita di una famiglia, a partire naturalmente da chi il lavoro l’ha perso e sente su di sé tutto il peso delle difficoltà.

“Ti aiuto a cercarne un altro”, è stata la prima reazione della giornalista con il suo compagno, disponibile a qualunque impiego nonostante avesse una posizione di prestigio nella “famiglia” che in un battibaleno lo ha fatto fuori – altro aspetto psicologicamente molto rilevante. Forse dunque non c’è nulla da dire: un abbraccio in barba al Coronavirus e “ti voglio bene”. La vicinanza umana, che non dobbiamo perdere neanche per il Covid-19.