Cosa è successo a Alex Marangon? La morte del barman 25enne, trovato senza vita nel Piave dopo un rito sciamanico nell’abbazia di Vidor (Treviso) due giorni dopo la partecipazione all’incontro spirituale con almeno una ventina di persone, è ancora un rompicapo. Alex Marangon era sparito misteriosamente la notte tra il 29 e il 30 giugno scorsi, e da allora il caso è un vero e proprio giallo su cui si allunga l’ombra di un brutale omicidio.



Secondo la famiglia, tra i partecipanti c’è chi sa e non parla, o peggio: potrebbe esserci un assassino. Si tratta di uno scenario che Andrea Zuin, organizzatore dell’evento, ha respinto con forza in una recente intervista, ma la Procura di Treviso, riporta Il Corriere della Sera, nutrirebbe dubbi sui racconti dei testimoni che quella sera si erano radunati nel posto per una presunta parentesi pacifica di “purificazione” tra canti e musica. Per gli inquirenti, le versioni fornite non sarebbero pienamente attendibili e i legali dei genitori di Alex Marangon sospettano che in quel luogo qualcuno abbia assunto un decotto di ayahuasca, psichedelico illegale nel nostro Paese noto anche come “droga degli sciamani” e capace di produrre allucinazioni. Lo stesso Alex Marangon, a detta dei suoi genitori, in passato avrebbe già assunto la sostanza “Sapevamo – le loro parole riportate dal quotidiano – che in queste occasioni nostro figlio aveva già assunto la pianta ayahuasca, una bevanda che aiuta a prendere contatto con le proprie parti più profonde. Ma l’ultima volta il ritiro era più costoso ed era previsto qualcosa di particolare di cui non siamo a conoscenza“.



Cosa è successo a Alex Marangon? La famiglia chiede test del capello per tutti i partecipanti al rito sciamanico

Capire cosa è successo a Alex Marangon è un’impresa complessa anche alla luce del contesto “nebuloso” in cui è avvenuta la morte. La notte in cui è scomparso, stava partecipando a un ritiro spirituale nell’abbazia di Vidor e i racconti di chi era presente al “rito sciamanico” non avrebbero pienamente convinto gli inquirenti. A complicare la ricostruzione, le condizioni del corpo, trovato due giorni dopo la sparizione e diversi chilometri più a valle, nei pressi di un isolotto nel Piave. L’autopsia avrebbe evidenziato alcune costole rotte e una profonda ferita alla testa e l’inchiesta resta aperta per omicidio volontario, ma al momento, ricostruisce Adnkronos, tra le potenziali cause del decesso non risulterebbe ancora del tutto escluso l’incidente (come una caduta).



Gli avvocati Nicodemo Gentile e Stefano Tigani, legali della famiglia di Alex Marangon, avrebbero chiesto che tutti i presenti siano sottoposti al test del capello, accertamento tecnico irripetibile con il quale, anche a distanza di tempo, si può capire se vi sia stata assunzione di sostanze stupefacenti. L’istanza sarebbe stata depositata in Procura mentre si attende l’esito degli esami tossicologici condotti sul corpo del 25enne e che saranno dirimenti per stabilire se Alex Marangon fosse lucido o no nel momento in cui si sarebbe allontanato dal gruppo.