Il Paese attende ormai da 48 ore un annuncio ufficiale sul nuovo Dpcm del Presidente Giuseppe Conte ma tra smentite, anticipazioni, “voci di Palazzo Chigi” e retroscena i cittadini vivono da giorni ormai in costante “tensione” per le novità e misure che verranno adottate per frenare il più possibile la seconda ondata di contagi Covid-19. Oggi erano dunque molto attese le comunicazioni del Premier prima alla Camera e in serata al Senato (con tanto di voto delle risoluzioni di Governo e opposizioni) ma dopo il discorso pronunciato in quasi 40 minuti non sono poche le reazioni di “perplessità” e “confusione” generate dalle diverse misure annunciate dal Capo del Governo. Proviamo dunque a fare un po’ di ordine in vista del nuovo Dpcm che, innanzitutto, non arriverà «prima di mercoledì« come spiegato dallo stesso Conte: «La strategia va modulata in base alle differenti criticità individuate nei territori», ha sottolineato il Presidente del Consiglio con l’annuncio del nuovo Dpcm che «individuerà 3 aree corrispondenti ad altrettanti scenari di rischio, per ciascuno dei quali sono previste misure via via più restrittive». Ci saranno dunque da un lato misure “nazionali” valide da subito dopo il varo del Dpcm, mentre parallelamente l’appartenenza alle singole aree in cui saranno suddivise le Regioni sarà decisa dal Ministero della Salute (con opportune ordinanze) sulla base delle variazioni periodiche.
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Partiamo dunque dalle misure che varranno per tutti da mercoledì prossimo con la firma del nuovo Dpcm del Premier Conte: «limiti agli spostamenti da e verso le Regioni con elevate condizioni di rischio», ovvero chiusura dei confini regionali (al netto di motivi sempre permessi come lavoro, salute, necessità e ritorno al proprio domicilio) ma non di tutti, solo a ridosso delle Regioni con maggiori criticità individuate dalle ordinanze del Ministero della Salute. «Limiti alla circolazione delle persone nella fascia serale più tarda», ovvero coprifuoco nazionale, senza però aver ancora deciso da quale fascia oraria sarà introdotta (si pensa alle 21 ma potrebbe anche rimanere le 23 come in Lombardia o addirittura la mezzanotte). Sul fronte scuola, «la possibilità, per le scuole secondarie di secondo grado, di passare anche integralmente alla didattica distanza, sperando si tratti di una misura temporanea»: ergo, Dad nelle superiori sempre al 100%, con la possibilità di lezioni in streaming per le seconde e terze medie ma solo nelle Regioni con maggiori criticità di contagio (ancora tutte da definire, ma si pensa Lombardia, Calabria e Campania). Mezzi pubblici, Conte annuncia in Parlamento «la riduzione al 50% del limite di capienza dei mezzi pubblici locali» (fino ad oggi era all’80%), mentre qui v’è poco da “capire” nella decisione di chiusure di «musei e mostre» così come la chiusura «dei corner per le scommesse e giochi ovunque siano», in aggiunta alle sale bingo e sale scommesse già previste dal Dpcm 24 ottobre. Importante l’annuncio sui centri commerciali, con il Capo del Governo che spiega «Per l’intero territorio nazionale intendiamo intervenire solo con alcune specifiche misure che contribuiscano a rafforzare il contenimento e la mitigazione del contagio. Chiudiamo nei giorni festivi e prefestivi i centri commerciali ad eccezione di negozi alimentari parafarmacie e farmacie ed edicole dentro i centri commerciali». In tutti questi ambiti non è escluso che vi possano essere ulteriori cambiamenti nel testo finale del Dpcm – ricordiamo che il pieno accordo tra Regioni e all’interno dello stesso Governo ancora non è definitivo – e soprattutto a seconda delle “tre fasce di rischio” in cui saranno divise le Regioni potranno introdursi restrizioni maggiori (zone rosse o “mini lockdown“) tanto sulle attività quanto sulla mobilità delle persone.