Per trovare una tragedia con sette morti (ormai è difficile continuare a parlare di quattro dispersi) bisogna risalire all’incendio della Tyssen Krupp di Torino. In quel caso il fuoco svolse la funzione che a Suviana è toccata all’acqua.
Quello di Suviana è un lago artificiale situato nell’Appennino bolognese, formatosi a seguito della costruzione di una diga alta 91,5 metri, iniziata nel 1928 e ultimata nel 1932. Il bacino è alimentato principalmente dal torrente Limentra orientale. Lì si trova un’importante centrale idroelettrica dell’Enel che è meta di escursioni e di visite. Infatti, nel giorno dell’esplosione era corsa la voce della visita alla centrale di una scolaresca. La notizia è stata poi smentita, ma sarebbe potuto accadere, perché quelle escursioni erano frequenti. Le direzioni scolastiche ritenevano – giustamente – che una gita di ragazzi a Suviana fosse molto istruttiva per capire come gli esseri umani avessero utilizzato la natura per produrre (senza inquinare) quell’energia che è alla base del nostro relativo benessere.
Quando avvengono tragedie tanto gravi finisce sempre per prevalere l’esigenza di trovare i responsabili, salendo più in alto possibile nella gerarchia sociale come se si volesse dimostrare che non si fanno sconti ai potenti. Spesso si ha l’impressione che il desiderio di vendetta prevalga sulla richiesta di fare giustizia: in nessun altro modo, se non per la ricerca di un capro espiatorio, potrebbe essere considerata la condanna inflitta all’ex AD delle FFSS, Mauro Moretti, per la strage di Viareggio. In circostanze come queste non siamo turbati soltanto per la pietas dovuta a quelle povere vittime del lavoro e delle loro famiglie. Siamo sopraffatti da un senso di impotenza perché non riusciamo a individuare una via d’uscita, nello stesso momento in cui siamo consapevoli delle nostre responsabilità, perché il diritto di lavorare in sicurezza è una precisa obbligazione del rapporto di lavoro.
Nel film I compagni di Mario Monicelli dedicato alla prime lotte operaie per la sicurezza e le otto ore giornaliere (erano gli orari massacranti la principale causa degli infortuni sul lavoro) il capo del personale di una filanda risponde a una delegazione di operai in sciopero per una maggiore sicurezza: “Le disgrazie sono disgrazie e accadono per disgrazia”. Noi sappiamo che non è così.
Cgil e Uil oggi hanno chiamato i lavoratori dei settori privati a uno sciopero di 4 ore che diventa di 8 ore nell’edilizia con riferimento alla recente tragedia di Firenze. Questi scioperi somigliano sempre più a un rito per salvarsi la coscienza per quanto non si è più in grado di fare, attraverso la contrattazione nei luoghi di lavoro. Ma anche la Confindustria si dichiara attenta e impegnata per quanto riguarda la sicurezza sul lavoro. “Come Confindustria – ha scritto il neo presidente Emanuele Orsini tracciando le sue linee programmatiche – abbiamo sempre ripetuto che ogni singolo incidente sui luoghi di lavoro è un incidente di troppo che si può evitare. Continuiamo a pensarlo. E tutti crediamo che la strada percorsa in questi ultimi anni, ovvero l’aumento delle sanzioni a morti purtroppo avvenute, sia certamente una risposta ma non la più efficace. Al contrario, restiamo convinti che occorra fare molto di più per prevenire, bisogna lavorare ex ante: non sono sufficienti e non servono a migliorare le cose le sanzioni ex post. Deve essere chiaro – ha concluso – che tutelare preventivamente la piena sicurezza del lavoro è un impegno assoluto per le imprese di Confindustria. In questa direzione, la Presidenza lavorerà su proposte concrete e adeguate da sottoporre a Governo e parti sociali.
Intanto, è in corso in Parlamento la conversione del decreto legge (n.19/2024) emanato dal Governo dopo la tragedia di Firenze. Tra le misure dirette a salvaguardare la tutela della salute e sicurezza sul lavoro si segnalano in particolare:
1) La “Lista di conformità INL”. Si tratta della possibilità, per il datore di lavoro che risulti regolare in caso di accertamenti ispettivi in materia di lavoro e di legislazione sociale, ivi compresa la tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro, di essere iscritto in un apposito elenco informatico (consultabile pubblicamente dal sito dell’INL) al fine di attestare la mancanza di violazioni o irregolarità.Gli effetti derivanti da tale attestazione, hanno una durata di 12 mesi dalla data di iscrizione e, durante questo arco temporale i datori di lavoro virtuosi non saranno sottoposti ad ulteriori verifiche da parte dell’INL.
2) La congruità dell’incidenza della manodopera negli appalti in edilizia. Si introduce l’onere di verificare la congruità dell’incidenza della manodopera negli appalti, pubblici e privati, per la realizzazione di lavori edili.Sono previste norme differenziate per gli appalti pubblici e quelli privati.
3) Sistema di qualificazione delle imprese e dei lavoratori autonomi tramite la “patente a punti”. La disposizione introduce una complessa regolamentazione tramite la quale la patente a punti (basata su 30 crediti totali) sarà rilasciata, in formato digitale, dalla competente sede territoriale dell’Ispettorato nazionale del lavoro.
La principale critica rivolta a questa misura riguarda il rischio di aver progettato un sistema incentrato su regole formalistiche (uguali per tutti) a discapito – fa notare Adapt – di una concreta tutela sul piano sostanziale che necessariamente dovrebbe tener conto delle peculiarità del settore in cui imprese e lavoratori si trovano ad operare.
Un’ultima osservazione merita una dichiarazione di Pierpaolo Bombardieri Segretario della Uil sempre più alleato di Maurizio Landini. Ha dichiarato che un anno fa avevano informato l’Enel che qualche cosa non andava bene a Suviana e che l’azienda non aveva neppure risposto. Male. Ma per il sindacato non era il caso di insistere?
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