I cinesi hanno sempre avuto un rapporto particolare con l’Italia. Ogni anno milioni di turisti con gli occhi a mandorla si recano nel nostro paese per scoprire la nostra cultura, il nostro modo di vivere. Sono affascinati da noi, eppure di certo non ci risparmiano le critiche. Il Corriere della Sera ha voluto fare un’analisi e capire cosa pensano i cinesi degli italiani. Lo ha fatto andando direttamente sul campo, intervistando vari livelli della società cinese: dal funzionario di Governo, al tassista per passare dai docenti del dipartimento di italiano in Cina, a due connazionali che lavorano lì. Uno dei primi problemi segnalati da chi ha vissuto in Italia è l’eccessiva burocrazia. “Ho vissuto in Italia e ho avuto problemi con la burocrazia. Anche in Cina c’è ma qui si fa tutto online ed è molto più veloce” – ha raccontato un funzionario di Governo.



Ma addentrandosi maggiormente nello stile di vita e cultura del bel paese, i cinesi mostrano di apprezzare moltissimo la cucina ma non evitano di sottolineare alcuni aspetti critici. “Gli uomini sono passionali, calorosi ma parlano veloce e ad alta voce, gesticolano, sembra che stiano ballando o persino litigando” – fa notare Chen Ou, giornalista di Pechino. Cosa pensano i cinesi degli italiani nel fare le cose con estrema lentezza? “La lentezza a volte è esasperante ed è inutile cercarvi durante le vacanze di agosto, anche i ministri vanno al mare ad abbronzarsi” – punzecchia una ragazza.



Cosa pensano i cinesi degli italiani: i vari aspetti in comune

Italia-Cina, così lontani eppure con numerosi aspetti in comune. Tralasciando alcune incompatibilità, come ad esempio l’orario di cena (“Noi ceniamo alle 17.30, da voi bisogna aspettare fino alle 20, o addirittura fino alle 21” – fa notare una imprenditrice pechinese) italiani e cinesi condividono alcuni aspetti comuni come il senso della famiglia. “Il senso della famiglia ci accomuna, la mamma italiana si occupa molto dei figli, come le nostre, anche troppo. La cultura conta molto per noi e vi vediamo come i custodi del giardino antico dell’Europa” – le parole di Zhang Gangfeng laureato in sociologia a Trento.



E tra i due paesi non manca la solidarietà, come quella che si è vista in occasione del primo lockdown, quando il Governo ha inviato nel nostro paese numerosi medici cinesi che avevano lavorato sul campo di Wuhan contro la prima ondata di covid in modo da dare supporto ai nostri medici in quella che era ancora una malattia semi sconosciuta.