La scelta di Google di dedicare un doodle ai brezel proprio oggi, sabato 21 settembre 2019, non è frutto del caso (come del resto ogni cosa governata dall’algoritmo di Mountain View). Come sottolineato da “Il Post”, il pane il cui nome è stato digitato oggi da milioni (ma forse miliardi) di persone è infatti molto popolare nella regione della Baviera, in Germania. L’associazione, e il periodo dell’anno, vi suggeriscono qualcosa? Se avete il vuoto assoluto lo riempiamo noi: non con un brezel (o bretzel o pretzel) ma ricordandovi che proprio oggi ha inizio l’Oktoberfest, ovvero la più grande e famosa festa popolare di Monaco di Baviera celebre in tutto il mondo e sognata come El Dorado dagli amanti della birra. Vi starete adesso chiedendo cosa c’entrino i brezel con l’Oktoberfest: ebbene, sono proprio il cibo più rappresentativo della festa. Proporre un boccale di birra come doodle, in effetti, dal punto di vista di Google sarebbe stato fin troppo scontato. (agg. di Dario D’Angelo)



COSA SONO I BREZEL? C’ERA UNA VOLTA LA “BRACCIATELLA”

Il brezel si può mangiare anche in Italia, in particolare in Alto Adige. Vista la vicinanza con nazioni come l’Austria, la Svizzera e la Germania, in Trentino è facile cibarsi di questo gustoso pane che rappresenta uno spuntino ma anche un pranzo se unito ad affettati, salse e wurstel. Non molti sanno che viene prodotta una versione di brezel anche in Friuli Venezia Giulia, precisamente con dei semi di papavero. Per quanto riguarda le origini, invece, secondo un’antica leggenda tedesca un panettiere venne invitato dal re ad inventarsi una pagnotta che brillasse ai raggi del sole, e nacque così il brezel, pane che appunto ha una cottura “lucida”. Un’altra tradizione invece colloca le origini del brezel in Italia, e il suo nome deriverebbe da bracciatello o bracciatella, una specie di dolce della tradizione emiliana che veniva regalato ai bambini alle feste. Il nome derivava dal fatto che si poteva portare in giro infilato, appunto, sul braccio, quasi come fosse una borsetta. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)



COSA SONO I BREZEL? IL CIBO DELL’OKTOBERFEST

Se vi starete chiedendo come mai Google ha deciso di dedicare un Doodle ai brezel, la risposta è semplice: inizia ufficialmente oggi l’Oktoberfest, la famosa festa della birra. Originario di Monaco di Baviera, si tratta di un evento che si è a poco a poco diffuso in tutta la Germania e quindi in tutta Europa, giungendo fino in Italia. La birra è ovviamente la bevanda tipica della “sagra”, se ne consumano in quantità pressoché infinite, mentre il cibo dell’evento è appunto il brezel. L’accoppiata birra+brezel è un qualcosa immancabile all’Oktoberfest, nonché di tipico, e fino al prossimo 6 ottobre, giorno in cui la festa della birra 2019 andrà definitivamente in archivio, i mastri fornai sforneranno questo speciale pane salato a tonnellate. In Italia non è semplice trovare i brezel, soprattutto quelli “freschi” appena sfornati, e di conseguenza dovrete recarvi a qualche festa della birra per provarli. Ai cittadini che abitano in Lombardia, consigliamo invece di recarvi nella vicina Svizzera, dove i brezel si trovano a quantità, sia in appositi chioschi in paese, sia nei supermercati, al banco del pane. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)



COSA SONO I BREZEL?

Cosa sono i brezel? Oggi ci aiuta a scoprirlo Google, visto che il gigante di Mountain View ha deciso di dedicare il proprio Doodle al suddetto pane, molto popolare nelle nazioni del nord Europa, in particolare in Germania, Austria e Svizzera, Alsazia e anche in Alto Adige. Molto carina la home page speciale di Big G, un filmato in cui, come da copione, il logo di Google viene trasformato a seconda del tema ricorrente: la prima “o” diventa un vero e proprio brezel, mentre la seconda, un piattino con un piccolo panetto di burro, ingrediente che di solito accompagna il pane in questione. Per chi non avesse mai avuto la fortuna di vederlo o mangiarlo, la forma è quella di un anello con le due estremità arrotondate, ed è di colore marroncino tendente al rosso, a seguito della cottura in forno. E’ grande all’incirca una ventina di centimetri, più o meno come una spanna, e il suo spessore è invece di circa 5 centimetri.

COSA SONO I BREZEL? ECCO COME LO SI PUÒ MANGIARE

Lo si può mangiare così, essendo molto gustoso ed inoltre leggermente salato, ma anche con l’aggiunta di affettato, di solito prosciutto cotto, trasformando così il pane in un vero e proprio pasto. In Germania si è invece soliti accompagnare il brezel al Weiswurst, il wurstel bianco tipico di quelle zone, con l’aggiunta della senape dolce. Diventare un fornaio capace di eseguire alla perfezione questo tipo di pane non è semplice, visto che ci vogliono anni per imparare le mosse giuste per creare un brezel perfetto. Se vi starete chiedendo come fa ad essere così lucido dopo che viene cucinato, il trucco sta nell’immergere lo stesso in una soluzione bollente di acqua e soda caustica, che gli conferisce appunto questa sua speciale lucentezza, anche se nelle soluzioni casalinghe, la soda viene sostituita dal bicabornato essendo la prima una sostanza non proprio semplice da maneggiare.

COSA SONO I BREZEL? LE LORO ORIGINI

Secondo quanto riferisce Wikipedia, le sue origini sono collocate nel sud della Francia e nel nord dell’Italia attorno all’anno 610; a produrlo per primi sarebbero stati i monaci, che trasformavano i resti dell’impasto del pane in una serie di striscioline, che poi venivano unite ricordando le braccia di un monaco incrociate a mo’ di preghiera. I tre buchi che scaturivano da questa composizione rappresentavano invece la Santissima Trinità, padre, figlio e spirito santo. I brezel, una volta sfornati, venivano dati ai fanciulli come premio, dopo che gli stessi avevano imparato a memoria le preghiere e i versi della bibbia, una sorta di incentivo per insegnare loro la religione e il verbo. Inizialmente si chiamavano “pretiola”, che significa ricompensa, poi il loro nome venne italianizzato in “brachola”. Questo pane, non si sa bene per quale motivo, giunse fino alla Germania, ed in particolare in Baviera, dove assunse il nome che ha tutt’ora. Pare che a cuocerli per la prima volta sia stato un fornaio che si addormentò sul posto, come vuole la leggenda.