Che cos’è la Mototerapia?

Vanni Oddera è ospite di Silvia Toffanin a “Verissimo“. Il campione di motocross freestyle è nato nel 1980 a Pontivrea (Savona). Il suo progetto di “Mototerapia” è nato nel 2008 ed è dedicato a bambini che hanno bisogni speciali. Per Vanni Oddera, il progetto consiste nel condividere con loro la sua passione, la moto. Grazie alla “Mototerapia”, i bambini possono provare l’emozione di salire in sella a una moto, per una giornata ricca di adrenalina e divertimento. Con tantissime sessioni nel corso dell’anno, Vanni Oddera regala un’esperienza unica ai bambini speciali a cavallo della sua moto: “Qualcosa di semplicissimo. Io mi allenavo, saltavo, rombavo, facevo cose spettacolari da solo. Perché non condividerle e offrire una giornata diversa ai ragazzi? Mi sarei sentito meglio. Avrei dato un senso ai miei pensieri” – queste le sue parole in una recente intervista a Sky Sport.



Vanni Oddera racconta a Sky com’è nata la “Mototerapia”

Vanni Oddera nell’intervista a Sky ha raccontato la sua esperienza nel progetto Mototerapia. Il primo passo viene ricordato così: “Mi ricordo quella giornata come un sogno. Mi misi prima a fare il buffone per rompere il ghiaccio, poi mostrai la moto e tutto quel che serviva per saltare, infine cominciai con lo spettacolino serio: saltai e tutto quel che serve a impressionare la folla. Solo che la folla non era una folla, ma una piccola platea di ragazzi affamati di vita. La loro felicità fu immensa. Sembravano trasformati, dopo il mio “allenamento” finì e tornai da loro. (…) Finché un ragazzo venne da me e mi fece la domanda più importante. ‘Mi fai provare?’, disse a modo suo, nella sua lingua. Mi fai provare. Mi fai provare. Per qualche secondo la frase mi martellò in testa eppoi saltai su e non ci pensai due volte. Lo presi in braccio. Accesi la moto e con lui fra me e il manubrio feci un giro dei campi. Non mi misi a saltare, ovvio, quello era improponibile, però lo portai su e giù per le piste, le collinette, i saliscendi. Lui urlava, rideva, piangeva. Era impazzito. Quando ci fermammo aveva il volto trasfigurato e rideva e si scompisciava e saltava e diceva che era la cosa più bella della sua vita“.

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