La poliomielite è una malattia infettiva a carico del sistema nervoso centrale. Essa colpisce soprattutto i neuroni motori del midollo spinale, motivo per cui una delle conseguenze può essere la paralisi, nei casi più gravi (1%) totale. Il virus si trasmette da uomo a uomo attraverso la saliva e le goccioline emesse con colpi di tosse e starnuti quei soggetti che hanno sviluppato la patologia o che ne sono portatori sani; nonché tramite ingestione di acqua o cibi contaminati.



I sintomi iniziali della poliomielite sono febbre, stanchezza, vomito, irrigidimento del collo e dolori agli arti. Successivamente, nel corso della malattia, è possibile che si sviluppi una forma di meningite asettica (5-10% dei casi) ed una paralisi (1% dei casi), che sovente porta alla morte. Una cura al momento non esiste, ma sono stati creati due vaccini che prevengono l’infezione a carico del sistema nervoso centrale. Quello che ha permesso di eliminare completamente la presenza della malattia in Europa è il Sabin (OPV), che è “vivo attenuato” e viene somministrato per via orale. L’ultimo caso di poliomielite in Italia è stato registrato nel 1982.



Cos’è la poliomielite: la malattia che ha ucciso Robin Cavendish

Robin Cavendish, padre del produttore inglese Jonathan Cavendish nonché protagonista della storia vera del film “Ogni tuo respiro”, è morto di poliomielite nel 1994 nell’Oxfordshire. La malattia gli fu diagnosticata all’età di 28 anni (seppure solitamente colpisca soprattutto i bambini sotto i 5 anni di età) ed i medici gli avevano detto che avrebbe avuto soltanto tre mesi di vita a sua disposizione. L’uomo, tuttavia, non si arrese e, grazie ad un particolare respiratore, riuscì a vivere dignitosamente fino all’età di 64 anni.



L’ultimo caso di poliomielite in Europa fu registrato soltanto quattro anni dopo la morte di Robin Cavendish, dunque nel 1998. La vittima fu Melik Minas, un bambino di quasi 3 anni originario della Turchia non vaccinato, il quale fu colpito da una paralisi. Successivamente fu debellato. I casi negli ultimi 25 anni sono diminuiti del 99%. In alcune aree del mondo, tuttavia, il virus è purtroppo ancora presente: Afghanistan, Camerun, Etiopia, Guinea equatoriale, Iraq, Israele, Nigeria, Pakistan, Somalia e Siria.