Non può certo dirsi che l’evasione fiscale in Italia sia stata sconfitta, sebbene sembrerebbe che negli ultimi tempi si sia ridotta. Non ancora abbastanza però. Ecco che dunque tra le novità introdotte dalla riforma fiscale del governo Meloni vediamo spuntare la distinzione tra evasione fiscale ‘volontaria’ ed evasione ‘di necessità’, per cercare di combattere questo fenomeno ancora dilagante ma, al tempo stesso, per sminuire, in un qualche modo, il fatto connesso a cause non imputabili al soggetto, quali le difficoltà economiche del contribuente, sia esso privato o persona giuridica.



Stando infatti a quanto emerge dal provvedimento (sebbene non ancora definitivo) andrebbe maggiormente condannata l’evasione fiscale derivante da frode, truffa o mancata dichiarazione. Mentre sanzioni minori andrebbero riservate a coloro che non dovessero riuscire a versare le imposte dovute per problemi economici concreti e opportunamente documentati. Pensiamo ad esempio all’impossibilità di tenere in piedi un’azienda o di pagare gli stipendi.



Sanzione penale solo nei casi gravi di evasione fiscale

Nella riforma fiscale si vuole rivolgere un occhio di riguardo nei confronti dell’evasione fiscale di necessità, limitando quella sproporzione che finora è sempre stata attuata senza tenere conto delle diverse casistiche.

All’evasore di necessità, dunque, non verranno applicate anche le sanzioni penali, come invece continua ad avvenire nel caso di evasione fiscale ‘volontaria’, ma solo quelle amministrative. L’illecito in questione quindi, ritenuto legato a ragioni ‘giustificabili’, sebbene comunque sussista, viene declassato a illecito amministrativo e non più anche penale. Un modo, questo, con cui ovviamente non si vuole ammettere l’evasione, ma la si vuole combattere senza accanirsi contro chi versa in difficoltà economiche.



L’alleggerimento delle sanzioni penali, stando sempre alla bozza di decreto, riguarderà inoltre il reato di dichiarazione infedele compiuto dalle imprese che aderiscono alla “cooperative compliance”, che hanno tenuto comportamenti non dolosi e che lo comunicano tempestivamente al Fisco .